MESSINA. Quali erano i rapporti di Emilia Barrile con “un certo numero di ”uomini d’affari” locali” (Sergio Bommarito, Tony Fiorino, Vincenzo Pergolizzi e Angelo e Giuseppe Pernicone, tutti indagati) dei quali si parla nelle carte relative all’operazione “Terzo Livello” della Dia di Messina?

“In pù occasioni, Emilia Barrile, pubblico ufficiale, quale presidente del consiglio comunale di Messina, accettava da Giuseppe ed Angelo Pernicone, la promessa, per sé o per altri, di utilità economiche, per compiere o avere compiuto atti contrari ai doveri di ufficio”. In cosa si sostanziava il rapporto tra Emilia Barrile e i due Pericone, padre e figlio, pedine fondamentali nell’operazione Matassa e grandi accusatori di Francantonio Genovese nell’ambito della stessa inchiesta? “Costituiva per i Pernicone un punto di riferimento per la copertura amministrativa in favore di istanze di loro interesse avanzate presso il Comune di Messina”. Quindi spiegano meglio: “La Barrile “interferiva, in particolare, sull’operato degli uffici comunali, esercitando un’attività di pressione e di condizionamento, in ordine ad una pratica amministrativa di interesse dei Pernicone ed avente ad oggetto la concessione dello stadio s. Filippo per lo svolgimento del concerto musicale della band “Pooh” (laddove i Pernicone avrebbero gestito le attività cli “steward”, ed i parcheggi nelle aree di pertinenza dello stadio), ricevendo, in contropartita, dai Pernicone, la promessa che, in occasione del concerto in questione, nell’attività di ristorazione prevista, e nella percezione dei relativi introiti, sarebbe stata coinvolta anche la cooperativa Peloritana Servizi (che gli inquirenti reputano a lei riferibile)”.

Con Sergio Bommarito, patron della Fire, azienda di riscossione crediti, Emilia Barrile sarebbe stata sollecita nella velocizzazione di una pratica amministrativa di interesse di Bommarito, e “nell’interferire nell’operato dei funzionari per ottenere l’esito positivo della medesima pratica, avente ad oggetto la ristrutturazione di un immobile “. Poi c’è la controversa questione Amam: la Barrile pressava ripetutamente su Leonardo Termini, presidente dell’Amam, prospettandogli che Bomnmarito era disposto a corrispondergli del denaro, perché sbloccasse una serie di pagamenti di somme di denaro in favore della Fire spa, affidataria per conto dell’Amam del servizio di recupero crediti, pagamenti ritenuti da Termini non dovuti“. Quale contropartita ipotizzano gli inquirenti? “La stabilizzazione lavorativa o, comunque, migliori condizioni economiche, in favore di Angela Costa“, che prestava serzizio alla Fire e che il Pm ipotizza fosse la prestanome della Barrile nel ruolo di amministratore della cooperativa Peloritana Servizi, ma anche l’assunzione presso la Fire della figlia e una sponsorizzazione per una società sportiva in cui militavano le figlie. Ieri, il suo legale ha chiarito la sua posizione.

Con Tony Fiorino, imprenditore nel settore della grande distribuzione alimentare, l’ipotesi di reato è che Emilia Barrile si introducesse abusivamente nel sistema informatico del Comune, protetto da misure di sicurezza, costituito dai registri anagrafici comunali, effettuando accertamenti di interesse di Fiorino. Non solo: “Interferiva sull’operato degli uffici comunali, in ordine alle pratiche amministrative concernenti la realizzazione di un centro commerciale, in località Sperone, d’interesse di Fiorino, sollecitandone sistematicamente la trattazione ed accompagnandolo personalmente presso gli uffici interessati”. La Barrile, poi, sfruttando il suo ruolo istituzionale da presidente del consiglio comunale, interveniva “sui responsabili degli uffici comunali competenti, perché le fornissero informazioni riservate sullo stato delle pratiche concernenti I’avvio di iniziative imprenditoriali di parte di terzi, in concorrenza con attività economiche del Fiorino, tentando di ostacolarne la nascita“. Di contro, Fiorino assicurava promessa di sostegno elettorale per le elezioni regionali,  “l’assunzione di plurimi soggetti da ella segnalati presso le imprese riconducibili al privato (o la promessa di sottoporli a colloqui per successive assunzioni), la promessa che, nei lavori di realizzazione del centro commerciale, sarebbe stata coinvolta un’impresa ad ella riferibile, in modo da ottenere unità economica e sostegno elettorale”, oltre, di nuovo, al contributo economico per la squadra dove giocavano le figlie”.

Anche per favorire il costruttore milazzese Vincenzo Pergolizzi, al quale è stato effettuato un sequestro da 35 milioni di euro, Emilia Barrile faceva pressioni, “in ordine ad una pratica amministrativa di interesse di Vincenzo Pergolizzi e Francesco Clemente, concernente la vendita di un terreno comunale, funzionale alla successiva realizzazione di una palazzina, in via Felice Bisazza, sollecitandone sistematicamente la trattazione presso gli uffici competenti, dando la garanzia che, nel caso fosse necessario il passaggio della pratica in consiglio comunale, essa sarebbe stata approvata anche tramite escamotage irregolari, rendendosi disponibile a presentare, nel caso le sue sollecitazioni non fossero accolte, strumentali interrogazioni consiliari, per censurare l’operato dell’assessore competente e del ragioniere generale”. Non solo: “dopo I’approvazione della delibera di cessione dell’area, interveniva presso i vari funzionari comunali’ per velocizzare l’iter relativo al rilascio della concessione edilizia“. Di contro, Pergolizzi si sarebbe sdebitato, oltre alIa promessa di sostegno elettorale, con la promessa che, “nei lavori di realizzazione della palazzina in questione, sarebbe stata coinvolta un’impresa ad ella riferibile, in modo da ottenere utilità economico e sostegno elettorale“.

 

 

 

 

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