MESSINA. Tra quindici giorni sarà disponibile (tiratura limitata) l’autobiografia ” La lupara giudiziaria”, a natale “Il gioco dell’arresto” (la prima vera, il secondo non troppo), tra qualche mese la candidatura a sindaco. Chi immaginava che Cateno De Luca avesse abbassato i toni, dopo due settimane da film (Lunedi 6 l’elezione all’Ars, mercoledi 8 i domiciliari per un’inchiesta su evasione fiscale, venerdi 10 l’assoluzione per il sacco di Fiumedinisi, una settimana dopo la scarcerazione per attenuazione delle misure cautelari, altri sette giorni e tribunale del riesame che annulla tutti i provvedimenti già attenuati), si è sbagliato di grosso.

Sabato 25, a piazza Duomo, il deputato regionale di Sicilia Vera ha “improvvisato” un comizio, in piedi su una panchina, senza palco, con un amplificatore portatile a tracolla, davanti a un centinaio di fedelissimi ha parlato di “sistema democratico in pericolo”, ha attaccato i magistrati (“certi magistrati”, ha sottolineato con vigore), ha rivelato che “a queste inchieste ci ha portato una “manina” che noi ovviamente andremo a denunciare”, concludendo salomonicamente con un “stiamo tutti più sereni”, ma anche ammettendo che “se abbiamo commesso errori formali li pagheremo”, pur sottolineando che “nessuno si è messo soldi in tasca”.

Su tutto, però, l’offensiva sferrata alla classe politica, quella presente ma anche quelle passate, e alle “consorterie” che hanno governato Messina, e la chiamata alle armi a tutti i fedelissimi che ieri lo hanno ascoltato a piazza Duomo. “E’ ora di organizzarci”. Obiettivo, le amministrative.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments