BARCELLONA POZZO DI GOTTO. Dal 25 al 27 luglio nel borgo di Cannistrà torna “N’TO MENZU A NA STRADA” – Volume 3, il festival di arte pubblica, musica, cultura popolare.

L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Cannistrà, con la presidenza di Vincenzo Mirabile, la direzione artistica di Andrea Sposari, e il coordinamento della residenza artistica a cura del Collettivo Flock con Alessio Barchitta. Il festival è a ingresso gratuito, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e rientra ufficialmente nel cartellone estivo della città.

«“N’to menzu a na strada” è un progetto culturale che mette al centro le persone, i paesaggi rurali e la creazione artistica contemporanea, trasformando il borgo di Cannistrà in un’opera d’arte viva e collettiva -spiegano dall’organizzazione- Quest’anno, quattro artisti in residenza (Martina Biolo, Francesco Pacelli, Martina Cioffi, Marco Emmy) vivranno per due settimane a Cannistrà, creando insieme alla comunità opere che parlano di memoria contadina, materia e sostenibilità, con argilla locale e materiali naturali. Parallelamente, i muri del borgo si arricchiranno di nuovi interventi urbani grazie a: Ligama, Loste, John Blond, Carlo Alberto Giardina, Vincenzo Suscetta, No One On Walls, Piede che Fuma — artisti di rilievo nazionale e internazionale, che continueranno a far crescere il museo a cielo aperto già composto da oltre 150 opere.»

«Il cuore pulsante del festival è anche la musica -scrivono- con una line-up a cura di Mish Mash Festival che animerà le tre serate con live ad alto contenuto emotivo e sonoro: Chris Obehi, Sudcantica, Kyma, belobeat, Prima o Poi music»

Ad accompagnare il tutto, una serie di esperienze artistiche e culturali che completano il racconto del territorio. Partner del Festival sarà Radica Festival, la diretta radiofonica sarà a cura di Radio Studio 5, mercatino vintage a cura di Prima o Poi, partecipazione di Espressivamente e supporto di Urban Street Art Sicily. Un intreccio di linguaggi, identità, generazioni e forme espressive che si fondono con le radici agricole del territorio, in un’atmosfera autentica, partecipata e irripetibile.

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