MESSINA. La città di Messina avrà la sua Cer, la “comunità energetica rinnovabile”: produzione elettrica fotovoltaica da dedicare all’autoconsumo energetico collettivo, che permette a un gruppo di soggetti di consumare, immagazzinare e cedere alla rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, conseguendo in tal modo economie sui propri costi di approvvigionamento.
Una delibera di giunta ha infatti approvato gli schemi di statuto e regolamento, che dovranno poi andare al vaglio del consiglio comunale: cosa prevedono? La “C.E.R. Messina” sarà un’associazione, che avrà l’obiettivo di promuovere l’installazione di impianti a fonte rinnovabile e la riduzione dei costi energetici degli associati all’interno degli ambiti territoriali – spiega lo statuto associativo – Per far questo avrà facoltà di “produrre, accumulare e condividere l’energia elettrica rinnovabile, anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile e anche mediante la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, di proprietà o comunque detenuti dalla Comunità”, e di “organizzare la condivisione dell’energia elettrica rinnovabile prodotta dalle unità di produzione detenute dall’associazione stessa”, prosegue il documento.
L’Associazione potrà inoltre acquistare o realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in proprietà o acquisirne la disponibilità da produttori terzi per perseguire la finalità dell’autoconsumo virtuale. L’energia prodotta mediante gli impianti di proprietà o gestiti dell’Associazione è utilizzata prioritariamente, ove possibile, “per l’autoconsumo istantaneo in sito ovvero, ove ciò non sia possibile, per l’autoconsumo virtuale da parte dei membri della comunità energetica rinnovabile che fanno capo all’Associazione. L’energia elettrica prodotta da impianti di proprietà o gestiti dall’Associazione può essere accumulata e venduta anche, laddove possibile, tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile”, precisa il regolamento.
La C.E.R. avrà soci “Consumer”, cioè associati che hanno la titolarità di un punto di prelievo di energia elettrica e condividono i propri consumi di energia elettrica all’interno della Comunità Energetica, ma che non dispongono, su tale punto di prelievo, di alcun impianto di produzione di energia elettrica alimentato da fonti energetiche rinnovabili, e soci “Prosumer”, che hanno la titolarità o la disponibilità di uno o più impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, connessi alla rete di distribuzione, con cui coprono i propri fabbisogni energetici, e cedono alla Comunità la parte in esubero. L’associazione avrà anche un presidente e una serie di consiglieri. Tutti gli associati (persone fisiche, soggetti di diritto o enti), devono essere titolari di punti di prelievo o punti di immissione ubicati sulla rete elettrica di bassa o media tensione “sottesi alla medesima cabina di trasformazione (medesima Cabina Secondaria e/o – laddove previsto dalla normativa di settore – Cabina Primaria)”, specifica la delibera.