MESSINA. Ci vuole del talento nel riuscire a scontentare chiunque si sieda al tavolo: e però è riuscito alla regione Siciliana nel tentativo di far digerire alla politica messinese la proposta della nuova rete sanitaria provinciale presentata dall’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni. concepito in conformità con le disposizioni del decreto Balduzzi. L’intervento mira a uniformare le strutture territoriali e renderle coerenti con la nuova distribuzione demografica della Sicilia, che negli ultimi dieci anni ha registrato una riduzione del 10% della popolazione. L’intento è quello di realizzare un sistema sanitario più armonizzato tra presidi ospedalieri, servizi locali e strutture intermedie, con la previsione di contrazione di 75 posti letto, in primis il reparto di cardiochirurgia pediatrica di Taormina.

Davanti a lei, in un incontro organizzato dal sindaco metropolitano di Messina, Federico Basile, 67 sindaci della provincia hanno manifestato i loro fortissimi dissensi: dalla chiusura del pronto soccorso del presidio di Barcellona Pozzo di Gotto che ha sovraccaricato l’ospedale “Fogliani” di Milazzo, già fortemente sollecitato dal numero di accessi, i sindaci hanno richiesto non soltanto il mantenimento, ma anche il rafforzamento delle aree di emergenza, includendo l’attivazione della Stroke Unit all’interno della rete ospedaliera. A Patti, Sant’Agata di Militello, Lipari e Mistretta, i tagli previsti potrebbero compromettere ulteriormente la qualità dell’assistenza, già minata da ostacoli strutturali e dalla carenza di personale sanitario, sostengono i sindaci. Per la cardiochirurgia pediatrica di Taormina, ne è stata richiesta la conferma nella sede attuale, anche se, a livello amministrativo, potrebbe essere ricondotto all’ospedale Papardo di Messina.

A scatenarsi è stata la politica: “Questa non è riorganizzazione, è desertificazione sanitaria”, così il segretario provinciale del PD di Messina, Armando Hyerace: “Il giudizio è unanime: si tratta di un impianto inaccettabile, con tagli insostenibili proprio nei territori più fragili: aree interne, comuni montani, e presìdi fondamentali come il Policlinico e il Papardo. Tra le criticità evidenziate la riduzione di posti letto in reparti strategici, nonostante l’invecchiamento della popolazione, nessuna integrazione chiara con la medicina territoriale, esclusione di dati epidemiologici e crescita delle cronicità. Spicca il silenzio clamoroso del sindaco della città metropolitana. Basile, ancora una volta, tace. Lui che rappresenta la provincia siciliana più penalizzata di tutte da queste proposte, non ritiene di prendere una posizione di contrarietà e dare voce al territorio che rappresenta. Questa fattispecie lascia piuttosto basiti. E passi che ormai sono andati i tempi in cui il deluchismo poteva avversare il centro destra ma, con il sodalizio tra Sud Chiama Nord e la presidenza della Regione Siciliana, siamo al punto in cui il sindaco metropolitano, senza batter ciglio, lascia che al territorio che rappresenta vengano riservati torti, iniquità e ingiustizie in modo palese”. Sulla stessa linea il deputato regionale Calogero Leanza, che annuncia battaglia in Commissione Sanità all’ARS: “Non accetteremo che Messina venga saccheggiata. Aspettiamo ancora di comprendere quali saranno le determinazioni sui posti letto del privato. Siamo pronti a una mobilitazione politica e istituzionale, a tutti i livelli”.

Addirittura più agguerrita Dafne Musolino, senatrice di Italia dei Valori: “Una proposta da bocciare senza appello. Un documento evidentemente redatto lontano dalla realtà del territorio, che si accanisce in modo particolare e incomprensibile sulla provincia di Messina, già gravata da innumerevoli criticità. Assistiamo a tagli lineari, immotivati e insostenibili che colpiscono nosocomi di fondamentale importanza come il Policlinico e il Papardo, e penalizzano drammaticamente le aree interne, dove la sanità pubblica dovrebbe rappresentare un presidio di sicurezza invalicabile. La bozza prevede per l’ASP di Messina un taglio di 75 posti letto, il bilancio più pesante di tutta la Sicilia. La speranza è che l’Assessorato e il Governo regionale facciano un passo indietro. Messina e la sua provincia non possono e non devono essere la vittima sacrificale”.

Un disastro talmente grande che anche chi è in maggioranza alla regione si è sentito in dovere di alzare gli scudi: “Era prevedibile che i sindaci della provincia di Messina esprimessero forti perplessità nei confronti di questa proposta relativa alla nuova rete ospedaliera. Sono numerose le incongruenze e questo grido d’allarme giunge d’altra parte anche da altre province della Sicilia”. Lo afferma Pino Galluzzo, deputato regionale di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Sanità dell’Ars, aggiungendo: “Nel corso del confronto l’assessorato regionale della Salute con grande senso di responsabilità ha manifestato disponibilità ad apportare i necessari correttivi, pertanto l’auspicio è che la versione finale garantirà nel miglior modo possibile il diritto all’assistenza sanitaria nella nostra provincia e terrà adeguatamente conto dei reali fabbisogni. Da parte mia in Commissione Sanità continuerò a fare attivamente da portavoce delle legittime istanze dei sindaci e del territorio”

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