MESSINA. Per la prima volta dal… 1992, l’università di Messina sarà coinvolta in qualche modo nell’operazione ponte sullo Stretto. La rettrice Giovanna Spatari ha comunicato la volontà (non è chiaro se sollecitata da ministero delle Infrastrutture o Stretto di Messina Spa, oppure se di propria iniziativa) di creare un osservatorio ponte.
La decisione la rettrice l’ha comunicata prima in sede di consiglio d’amministrazione di ateneo con pochi dettagli, da stabilire in seguito: secondo il verbale del Cda, Spatari riferisce “dell’incontro avuto nei giorni scorsi col Ministro Matteo Salvini in merito alle future opere relative alla costruzione del Ponte sullo Stretto che coinvolgeranno, direttamente o indirettamente, sia le sedi che la vita accademica”, e che “sono stati già informati i Direttori di Dipartimento in merito, in una riunione convocata ad hoc, dalla quale è emersa l’opportunità di costituire un osservatorio per tutto quanto accadrà in città durante i lavori per la costruzione del ponte”.
Un po’ più dettagliata la comunicazione in senato accademico, in cui Spatari ha spiegato che in seguito alla visita in città di Salvini, con i vari direttori di dipartimento interessati si è discusso del ruolo che l’università potrebbe rivestire qualora i cantieri del ponte partano davvero. La Rettrice ha invitato i direttori a effettuare un censimento per capire quali possono essere le competenze presenti all’interno dei vari dipartimenti, per creare un osservatorio che possa porre la lente di ingrandimento sulla gestione del territorio, soprattutto dal punto di vista urbanistico, considerando i cantieri, numerosi e problematici, previsti in città. Un ruolo strategico, in tutta l’operazione, dovrebbe averlo il Cerisi (Centro di eccellenza, ricerca e innovazione strutture e infrastrutture di grandi dimensioni), in relazione al quale, la rettrice ha chiesto un report così da poter programmare un incontro con tutte le figure coinvolte, soprattutto tra i docenti del dipartimento di ingegneria, per proporre al ministero delle infrastrutture “la messa a disposizione della struttura”.
La faccenda ha messo sul chi vive il movimento “Universitari No Ponte”, che alla rettrice ha chiesto un incontro per chiarire alcuni punti dell’iniziativa: “Le chiediamo di poterLa incontrare con cortese urgenza per confrontarci con Lei attorno alle finalità generali, agli obiettivi specifici, al metodo e alla composizione che un organismo di questo genere dovrebbe assumere. Riteniamo che l’Università debba agire sempre con trasparenza, autonomia, indipendenza di ricerca e di produzione di conoscenza, pluralità di opinioni. Ci auguriamo pertanto che l’Osservatorio in oggetto sia ispirato al pieno rispetto dei valori appena elencati, che sappiamo essere da Lei totalmente condivisi e messi al centro della Sua politica rettorale. Siamo certi altresì che il contributo richiesto al nostro Ateneo non possa essere declinato come mero supporto a decisioni da altri assunte e debba, di contro, agire in nome dell’interesse collettivo e di uno sviluppo sostenibile. A tutela del valore dell’indipendenza della ricerca universitaria e della trasparenza, come è prassi abituale in questi casi, riteniamo imprescindibile che, definiti chiaramente gli obiettivi assegnati all’Osservatorio, chiunque partecipi alle sue attività dichiari formalmente di non avere in corso e non aver avuto in precedenza rapporti economici o di collaborazione di alcun genere e in alcun modo retribuiti con le società che a vario titolo si sono occupate della progettazione del ponte. Su questi e altri temi, Le chiediamo dunque nei tempi più brevi un costruttivo scambio di idee”.
Una delegazione di quattro membri, tra i firmatari della richiesta (i docenti Filippo Cucinotta, Domenica Farinella, Giorgio Forni, Pier Luca Marzo, Fabio Rossi, Fabio Ruggiano, Giuliana Sanò, Guido Signorino, Aldo Trifiletti, Susanna Villari) sarà ricevuta oggi pomeriggio dalla rettrice.
L’osservatorio proposto da Giovanna Spatari potrebbe essere il primo vero e concreto coinvolgimento dell’Università di Messina nel ponte sullo Stretto, se si esclude il primo, comico tentativo di 15 anni fa, quando con gli atenei di Reggio Calabria, Palermo, ed Enna, fu creato il consorzio Cidis, che si sarebbe dovuto occupare delle analisi dei carotaggi effettuati dalla Stretto di Messina spa: non se ne fece mai nulla, e le analisi andarono a laboratori privati. Da quel momento discussioni, interlocuzioni, strette di mano,” vedremo, diremo, faremo”, ma mai nulla di concreto. In compenso, l’università di Messina più di 15 anni fa, ha concesso alla Stretto di Messina Spa l’utilizzo dei locali dell’incubatore di impresa di Papardo. Anche lì non è andato benissimo