MESSINA. Circa 1500 grammi di “erba” sequestrati nel rione Cannamele, zona Maregrosso, dagli investigatori della Polizia di Stato, che hanno tratto in arresto il 66enne Giorgio Mundo e il figlio Roberto, di 27 anni, accusati di favoreggiamento e furto aggravato di energia elettrica.

Durante la perquisizione, i due hanno cervato a più riprese di depistare gli investigatori, aprendo in ritardo la porta di ingresso dell’appartamento e sostenendo che non ci fosse nessun altro in casa.  Tuttavia, fin da subito, gli operatori della Squadra Mobile hanno percepito la presenza di qualcuno al piano superiore: sospetti confermati quando  hanno visto un giovane fuggire dalla finestra e dileguarsi sui tetti delle case vicine. Durante la fuga, il giovane aveva con sé la busta, poi recuperata, contenente la droga, suddivisa in tre involucri in cellophane termosaldati.

Le ulteriori verifiche effettuate all’interno dell’abitazione hanno poi consentito di rilevare l’esistenza di un allaccio abusivo alla rete elettrica mediante due fili in rame. L’intervento di personale Enel ha confermato l’uso fraudolento di energia.

Dopo l’arresto, padre e figlio, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Le ricerche per rintracciare il giovane fuggitivo, peraltro riconosciuto dagli operatori perché già destinatario di un ordine di carcerazione, sono state immediatamente avviate.

È stata eseguita stamani, invece, la misura di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria a carico del 19enne messinese Ivan Chiarello. Il giovane è ritenuto responsabile del reato di rapina aggravata commesso nella serata del 9 settembre ai danni di un cittadino messinese disabile.

Le indagini effettuate dalla Polizia di Stato e coordinate dalla locale Procura della Repubblica hanno permesso di ricostruire la dinamica della rapina e il successivo modus agendi del ragazzo.

Il diciannovenne ha inizialmente avvicinato la vittima in strada chiedendole del denaro. Al suo rifiuto, ha iniziato a seguirla e, al momento più opportuno, l’ha aggredita alle spalle spintonandola e facendola cadere. Ne ha quindi afferrato il borsello contenente documenti personali e una carta bancomat ed è scappato lasciandola a terra dolorante.

Durante la fuga si è liberato del borsello, poi recuperato – con i documenti e gli oggetti personali ad eccezione della carta bancomat – e restituito alla vittima, immediatamente soccorsa e trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale Piemonte.

Nella stessa giornata, è stato inoltre eseguito dai poliziotti del Commissariato Sezionale Messina Sud l’ordine di espiazione di pena detentiva agli arresti domiciliari a carico di Giovanni Cisco, messinese di 59 anni, riconosciuto colpevole del reato di favoreggiamento della prostituzione. L’uomo dovrà scontare la pena di mesi 3 e giorni 28.

 

 

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