MESSINA. Indice puntato su Messina servizi Bene Comune dopo i dati usciti ieri sui comuni virtuosi in Sicilia per la raccolta differenziata. La città di Messina, infatti, non è tra queste, e mentre Cambiamo Messina dal Basso rammenta i traguardi che il sindaco Cateno De Luca aveva detto che avrebbe raggiunto, la consigliera comunale del M5S, Cristina Cannistrà, chiede addirittura la revoca del Consiglio d’amministrazione della partecipata.

“La città di Messina raggiunge nel 2019 il 23,2% di raccolta differenziata, appena il 3,5% superiore rispetto al 18.7% del 2018, nonostante proclami roboanti, l’acquisto di nuovi mezzi e contenitori, estensione ulteriore del Porta a Porta, obiettivi ambiziosi – si legge sul comunicato di Cmdb – Si è lontani non solo da quel 65% che si dichiarava di potere raggiungere  entro il 31 luglio 2019 (pena dimissioni assessora e presidente Messinaservizi, mai arrivate), ma anche dal 30%, che si diceva di raggiungere addirittura entro ottobre 2018, per non parlare del 49% come media annuale fissato come obiettivo del 2019 dal Piano economico finanziario proposto da Messinaservizi Bene comune (in merito sollevamento molti dubbi su tante voci di quel piano senza avere purtroppo alcun riscontro da parte del consiglio comunale che lo approvò a larga maggioranza)”. 

“Non è finita: nella graduatoria dei comuni per la raccolta diffrenziata la città di Messina è scesa clamorosamente, passando dal 285esimo nel 2017, al 345esimo nel 2018, per arrivare al 374esimo posto nel 2019 – continuano – Nell’attesa di potere leggere il bilancio 2019 di Messinaservizi, per capire come sono stati spesi i fondi ricavati dall’applicazione della TARI più salata mai pagata dai messinesi e curiosi soprattutto di sapere dove sono andati a finire i 10 milioni di premio di risultato promessi e non pagati ai lavoratori di Messinaservizi ma pagati dai messinesi con la TARI, rimane il fatto incontrovertibile che oggi la Regione siciliana ha certificato il clamoroso fallimento della politica di gestione dei rifiuti del Comune di Messina”.

Si è svolto questa mattina, nel corso della III Commissione “Igiene e Sanità”, il confronto fra i consiglieri comunali e il cda di “Messina Servizi Bene Comune”, in presenza del presidente Pippo Lombardo. A richiedere la convocazione del cda, lo scorso 12 maggio, era stata la consigliera comunale del M5s Cristina Cannistrà, con l’obiettivo di verificare il lavoro svolto dalla società di rifiuti nel corso della quarantena e conoscere quali misure siano state disposte per ripristinare il decoro urbano.

“Ancora una vota abbiamo avuto una dimostrazione della poca disponibilità al confronto e al dialogo, nonché della totale incapacità di accettare le critiche, a fronte di una legittima richiesta da parte di un organo di verifica e di controllo”, scrive, invece, la Cannistrà a margine del confronto svoltosi questa mattina nel corso della III Commissione “Igiene e Sanità” fra i consiglieri comunali e il cda di “Messina Servizi Bene Comune”, in presenza del presidente Pippo Lombardo. Incontro richiesto proprio dalla consigliera del M5s con l’obiettivo di verificare il lavoro svolto dalla società di rifiuti nel corso della quarantena e conoscere quali misure siano state disposte per ripristinare il decoro urbano.

“Nel corso della Commissione ho fatto presente le tante problematiche delle città dal punto di vista igienico e sanitario, annunciando la presentazione di un “dossier” di foto che testimonia lo stato in cui versano numerose aree della città, da nord a sud. Messina era già sporca e in balia delle erbacce già prima del lockdown. La situazione è ulteriormente peggiorata nel corso della quarantena, a dimostrazione di come l’azienda non ha agito come avrebbe dovuto, a differenza di tantissime altre realtà in tutta Italia, e la responsabilità, al netto del solito “scaricabarile” e della ricerca di colpevoli “esterni”, è da attribuire in toto a chi gestisce il servizio”, prosegue, citando nello specifico le grosse quantità di rifiuti fra i cespugli, i tombini non puliti, la carenza di scerbature, i pochi operatori presenti in strada e i problemi delle isole ecologiche, con le criticità nelle prenotazioni per smaltimento dei rifiuti, “il tutto con l’aggravante di una totale carenza di comunicazione in merito alla programmazione sulla pulizia delle strade”.

“A fronte delle motivazioni fornite dal Cda, delle contraddizioni emerse e dai modi utilizzati in Aula, del tutto inopportuni per il ruolo ricoperto, chiediamo ufficialmente la revoca del cda della Messina Servizi. Pertanto invitiamo la presidenza a richiedere la convocazione dell’assessore al ramo Dafne Musolino nel corso della prossima seduta in Commissione”, conclude.

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riccardo
riccardo
27 Maggio 2020 14:15

“Chi ha avuto 5 anni per avviare la raccolta differenziata, non può dare giudizi a chi in un poco più di un anno, dal dicembre 2018 etc etc…….” ha ragione lombardo LA GIUNTA ACCORINTI HA FALLITO PROPRIO SUL TEMA AMBIENTALE …TACETE GRAZIE