MESSINA. Una partecipata del comune di Messina fa causa allo stesso comune di Messina per inadempienze di un’altra partecipata (anch’essa del comune di Messina). Una situazione che sembra l’equivalente giuridico di un quadro di Escher, e che coinvolge l’Atm, azienda che si occupa di trasporto pubblico locale per conto di Palazzo Zanca, e l’Amam, la partecipata che gestisce l’acquedotto e cura l’approvvigionamento idrico cittadino.

Cosa è successo, e perchè la lotta fratricida, arrivata nelle aule di tribunale? E’ successo che alla fine del 2017, il 27 dicembre, un bus dell’Atm subisce un incidente a causa di un pozzetto di acque nere con copertura non assicurata adeguatamente (dall’Amam). Da parte dell’azienda trasporti pare subito una causa contro il comune di Messina (che possiede l’Atm…), che finisce davanti al Giudice di Pace di Messina, presso il quale è stata iniziata la procedura di negoziazione assistita trasmettendo formale invito anche all’Amam (altra partecipata interamente posseduta dal Comune), chiamata a rispondere della mancata manutenzione che ha provocato l’incidente all’autobus.

La definizione della controversia in via transattiva è terminata riconoscendo all’Atm la somma di tremila euro a titolo di risarcimento danni, si legge nella sentenza, “omnicomprensiva di spese legali con tacitazione di ogni pretesa”. Chi li pagherà (oltre alle spese legali)?

Metà della somma, quindi 1.500 euro, saranno corrisposti dal Comune di Messina mentre il restante 50% sarà corrisposto direttamente dall’Amam come da accordo di suddivisione della responsabilità intervenuto tra comune di Messina e Amam. Con l’effetto collaterale per cui l’accordo raggiunto costituisce titolo esecutivo per l‘iscrizione ipotecaria giudiziale, nel caso in cui i rapporti tra Atm, Comune e Amam dovessero inasprirsi.

Ad ogni buon conto, l’accordo sarà vincolante per il Comune soltanto a seguito della sottoscrizione del sindaco Cateno De Luca.

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