MESSINA. Sono trascorsi tre anni dalla scomparsa di Giuseppe Sanò, classe 1977, ex consigliere della VI Municipalità, morto l’11 maggio del 2020 mentre si trovava in acqua durante un’immersione. Candidato alle ultime elezioni europee con Più Europa e al consiglio comunale nelle precedenti amministrative con la lista Percorso Comune a sostegno di Renato Accorinti, Giuseppe si è distinto per le sue battaglie in difesa del territorio e del litorale, con particolare attenzione per Capo Peloro e Torre Faro, luoghi del cuore ai quali ha dedicato sempre passione ed entusiasmo. La sua morte improvvisa e prematura ha destato il cordoglio di tutte le forze politiche, che hanno ricordato il garbo e la determinazione che hanno contraddistinto il suo operato, distante anni luce dalle esasperazioni, dalla maleducazione e dagli isterismi che contraddistinguono sovente la scena politica cittadina. Alla sua memoria sarà intitolata una villetta, in via Scuole a Torre Faro, ristrutturata con i fondi per la democrazia partecipata

A lui un nostro ricordo personale: poco prima del lockdown avevamo stabilito di inaugurare una nuova rubrica che raccontasse in una serie di appuntamenti settimanali le meraviglie dello Stretto di Messina: le caratteristiche dei fondali, la fauna, la flora, i relitti, i Miti, la conformazione morfologica, le zone di pesca ecc.. L’obiettivo era quello di far conoscere ai lettori cosa si nasconde sotto le nostre acque, evidenziando le peculiarità di un luogo forse unico al mondo. Per questo abbiamo subito contattato una serie di esperti, per ciascun settore, che potessero aiutarci a raccogliere informazioni e materiale. Una delle prime persone con chi abbiamo parlato, in un caldo pomeriggio di fine febbraio, è stato proprio Giuseppe. Lo abbiamo incontrato sulla spiaggia di Capo Peloro, davanti all’Ecosfera diving di Domenico Majolino, dove abbiamo discusso sull’impostazione che avremmo potuto dare ai servizi, sulle problematiche della pesca e sulla necessità impellente di salvaguardare l’ambiente marino, magari con l’istituzione di una “riserva naturale protetta”, sulla scia di quanto fatto a Milazzo. Qualche giorno dopo è arrivata la pandemia, che ci ha costretto a rimandare tutto, con la promessa che ci saremmo aggiornati il prima possibile. Non è stato possibile, purtroppo. Ma se abbiamo potuto scrivere quell’articolo, e quelli successivi, è anche e soprattutto merito suo. Grazie, Peppe.

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