MESSINA. “Esigenza di fare qualcosa in più, tenendo conto del quadro normativo in cui ci troviamo”. Così il sindaco Cateno De Luca ha giustificato il provvedimento che in diretta Facebook, prima ancora di averlo firmato e pubblicato, ha annunciato alla cittadinanza, che in sostanza impone, da qui a due giorni, la chiusura di tutti i negozi.

“Certi provvedimenti non si possono assumere in modo tiepido”, ha premesso: “E’ un’ordinanza emanata ai sensi dell’articolo 50 del testo unico degli enti locali (“in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale“, recita l’articolo), perché la nostra situazione è diversa dalle altre”. L’ordinanza enterà in vigore tra 48 ore, “necessarie per organizzarsi”, ha spiegato De Luca. Efficacia dalle 21 del 13 marzo, fino al 3 aprile, come da previsione normativa.

Viene ovviamente richiamato i decreti della presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 e del 9 marzo, e “si prende atto” del fatto che il sistema sanitario siciliano e messinese non sarebbe capace di sopportare numeri comparabili a quelli della Lombardia. “Io non so quanti sono realmente i posti letto a Messina, se sono veramente 20 come dicono voci informali”, ammette. Il rispetto dell’ordinanza sarò garantito da tutte le unità disponibili (70 agenti di polizia municipale, “normalmente ce ne sono 40”, ha spiegato l’assessore dafne Musolino) di pattuglie automobilistiche e di annonaria.

I primi due punti sono uguali a quelli del decreto del 9 marzo.

  1. Divieto di ogni spostamento sia in entrata che in uscita e all’interno del territorio, salvo per esigenze lavorative, di salute o necessità. E’ consentito il rientro al domicilio o la residenza.
  2. Chiunque si sposti in ambito urbano ed extraurbano deve avere con sè ed esibire a richiesta delle forze dell’ordine, l’autocertificazione
  3. Sospensione di tutti gli uffici pubblici di competenza comunale (con ferie forzate), tranne i servizi essenziali.
  4. Sospensione del ricevimento del pubblico in tutti gli uffici pubblici ricadente in ambito urbano, anche qui tranne i servizi essenziali
  5. Sospensione di ogni attività commerciale non alimentare e non siano indispensabili alla salvaguardia della pubblica e privata, “tutti i negozi che non sono indispensabili” . Praticamente saranno chiusi gli ottici, edicole, beni o servizi, acconciatori, estetisti, lavanderie, commercio all’ingrosso di genere non alimentare, i mercati di genere non alimentare. Ordinata la disattivazione di distributori automatici di bevande e cibo.
  6. Chiusi anche gli studi medici, tranne quelli “di famiglia”. Quindi chiusi dentisti, dermatologi, dietologi e altri, tranne che l’intervento non sia urgente.
  7. Chiusi studi tecnici e professionali di ogni tipo di chiunque sia iscritto a un ordine professionale.
  8. Chiusura di ogni esercizio d’impresa, operante in qualunque settore che non sia “pronto intervento”.
  9. Chi sta aperto deve farlo assicurando il rispetto delle norme di sicurezza, delle distanze, del divieto di assembramento.
  10. A Banche e poste sarà chiesto di rimodulare i servizi, sospendendo il ricevimento del pubblico ma garantendo i servizi

 

È una misura che un sindaco può emanare? “Non sto contrastando un provvedimento del governo, la sto amplificando”, spiega De Luca. “Perché impedirlo mina la funzione di noi sindaci sul territorio, anche perché siamo la massima autorità locale in materia di sanità. Dobbiamo capire qual è il nostro spazio di manovra”, ha in sostanza spiegato De Luca per i primi quaranta, estenuanti minuti.

Il famoso articolo 35 del decreto legislativo 53, secondo De Luca, non è in contrasto con l’ordinanza (ma, afferma, “mina quella che è la funzione dei sindaci sul territorio”). Le finalità dei provvedimenti, ha spiegato il sindaco, sono tese a evitare la ulteriore diffusione del virus. “Ognuno di noi deve evitare di circolare, evitare ogni tipo di contatto, e aspettare che passi questo momento. Sono scelte che sotto il profilo della responsabilità che vanno fatte”. Quindi, secondo De Luca, essendo il sindaco a dover garantire la salute dei cittadini (“a questo ruolo io mi appello, ed è una norma che nessuno ha cancellato”, spiega De Luca), “io vado oltre. Fin quando qualcuno non cassa questa funzione dei sindaci, e mi rendo conto che certe misure no sono sufficienti, io vado oltre”, ribadendo che i provvedimenti “non vanno contro legge”.

«Io sono la massima autorità locale e non mi sento da meno a nessuno». È la frase che Cateno De Luca ripete più volte nel corso della diretta Facebook. Malgrado abbia più volte ribadito che la sua non è una sfida al Governo, le frecciatine non mancano: “Conta più un’ordinanza sindacale del Dpcm”, “considerare tutta l’Italia alla stesso modo significa imbrogliare gli italiani”.

Qualche giorno fa lo stesso De Luca era intervenuto in merito allo sbarco delle navi da crociera:  “Ovviamente – aveva specificato in un’intervista rilasciata a un emittente locale – non sono questioni che competono al sindaco. Anche se io facessi un’ordinanza in tal senso durerebbe dure ore, quindi è inutile fare sceneggiate perché in questa fase non è cosa intelligente fare la gara a cosa si sarebbe potuto fare. Ci atteniamo a un profilo sobrio e quelli che sono i ruoli in relazione ale competenze”.

Infine l’ultimo annuncio: l’Amam ripristinerà l’acqua a pieno regime anche per i morosi che avevano avuto riduzione del flusso.

Subscribe
Notify of
guest

2 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
antonio
antonio
11 Marzo 2020 21:03

in attesa del Prefetto…

Andrea
Andrea
11 Marzo 2020 23:55

Che pena questo sindaco