MESSINA. “Potrei aver contratto da quattro mesi la leishmaniosi in occasione dei sopralluoghi nelle baracche” . A dirlo è il sindaco Cateno De Luca in un post rivolto al parlamentare regionale Antonello Cracolici. 

La Leishmaniosi umana è una malattia infettiva causata da protozoi parassiti del genere leishmania, trasmessi all’uomo attraverso la puntura di piccoli insetti vettori, flebotomi o pappataci, di solito più attivi nel periodo compreso fra maggio a ottobre.

Associata generalmente ai cani, può tuttavia contagiare anche l’uomo, presentandosi in tre forme diverse: cutanea, viscerale e mucocutanea, la più grave (fonte Ministero della Salute).

«Ho sempre considerato Antonello Cracolici  un persona perbene e di elevata statura morale e politica e sono certo che le sue dichiarazioni nella seduta del 25 settembre scorso durante il dibattito sul risanamento nel parlamento siciliano siamo frutto della non conoscenza della drammatica realtà delle baracche di Messina», scrive De Luca su Facebook, in riferimento alle recenti parole dell’onorevole, che si era opposto alla deroga regionale per accelerare la formazione delle graduatorie per lo sbaraccamento, paventando il rischio di un possibile abuso d’ufficio.

«Ho appreso stamattina dalla stampa – prosegue il sindaco – la gravità delle affermazioni dell’onorevole e desidero invitarlo a Messina per fargli prendere un caffè in quegli insalubri ambienti sotto l’amianto dove io, probabilmente, ho contratto leishmaniosi (infezione che combatto da oltre 4 mesi) in occasione delle mie continue visite e sopralluoghi ove vivono bambini ed intere generazioni trattati come i lebbrosi dalla politica blasonata. Ho deciso di abbandonare il parlamento siciliano anche per questo motivo: non essere uno dei tanti criminali di intere generazioni massacrate dagli onorevoli deputati siciliani che parlano su tutto e spesso a vanvera intralciando le buone azioni che raramente approdano nel parlamento siciliano. Avevamo chiesto al parlamento siciliano di approvare una norma che consentisse al sindaco di Messina di poter agire più agevolmente rispetto ai casi più disperati esercitando quel ruolo, in verità già in parte disciplinato dalle normative generali, di massima autorità sanitaria locale», conclude, invitando infine Cracolici a una “mangiata” a base di pesce stocco a ghiotta “affogato con vino mamertino o di Faro con cannoli alla ricotta e tanti cotillon”.

A scagliarsi contro Cracolici, nelle scorse ore, era stato anche il presidente di Arismè Marcello Scurria, che aveva invitato a sua volta l’onorevole del Pd a Messina per appurare con i propri occhi la situazione, facendo riferimento a 47 malati terminali ospitati nelle baracche.  Alla base del contenzioso c’è la bocciatura di un comma 6, proposto dal deputato Danilo Lo Giudice, in merito alle modifiche alla legge 10 del 1990, che avrebbe dato la possibilità al Sindaco, previa relazione motivata dei servizi sociali comunali e dell’Asp, di disporre l’assegnazione provvisoria o definitiva di un alloggio, in deroga alle graduatorie, “ai nuclei familiari formati da uno o più componenti affetti da conclamate disabilità o patologie che rendono incompatibile il procrastinarsi della permanenza nell’attuale alloggio rientrante nelle aree da risanare”.

Per Cracolici, l’approvazione del comma, cassato all’Ars, avrebbe potuto favorire l’abuso d’ufficio, danneggiando lo stesso sindaco di Messina, “perché ogni volta che farà un provvedimento in attuazione di questa norma, sarà denunciato all’Autorità giudiziaria”.

 

 

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