MESSINA. Undici B&b in più e un albergo in meno, per una crescita complessiva pari al 14,4%, determinata anche dagli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, due in più rispetto al 2017. Sono i dati relativi alle strutture turistiche in città pubblicati su un report del Comune, che mette in comparazione la città dello Stretto con la provincia e la regione. E Messina ne esce male: nonostante si fregi del titolo di “città turistica”, votato dal consiglio comunale oltre un decennio fa, il turismo in città è un’economia molto marginale (mentre provincia e regione crescono).

In totale, le strutture ricettive a Messina sono 96 (l’anno scorso erano 84), fra cui ben 60 bed and breakfast, mentre è ancora fermo a zero il numero di hotel a 5 stelle e agriturismi. Ventuno in tutto gli alberghi, con la perdita di un tre stelle che ha influito sul numero dei posti letto complessivi (lo 0,91 in meno), mentre crescono quelli degli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (+23,65%) e quelli dei B&B (+19,54%).

 

Ancora insufficiente, tuttavia, il rapporto tra posti letto e superficie comunale (10.3 letti per kmq) e ancora più basso è il rapporto tra i posti letto  e la popolazione: 9 posti letto ogni 1000 abitanti rispetto ai 74 della provincia e ai 38 della Sicilia.

Ancora più emblematici i numeri del “tasso di turisticità”, che misura  l’effettivo peso del turismo rispetto alle dimensioni della zona, ottenuto dividendo il numero medio di turisti negli esercizi ricettivi per gli abitanti della stessa area: mentre nella provincia peloritana si registra un tasso elevato (15,25), il comune di Messina si ferma a un misero 0,76: un dato in diminuzione rispetto all’anno precedente, contrariamente a quanto avviene per regione e provincia.

 

 

DA DOVE VENGONO I TURISTI. Per quanto riguarda invece i numeri dei visitatori, nel 2018 i dati dell’Osservatorio Turistico Regionale segnalano 65.062 presenze e 26.167 arrivi complessivi.

Le presenze italiane sono state 52.571 (81%), prevalentemente provenienti dalla stessa Sicilia (44,12%), dalla Calabria (9,77%), dalla Lombardia (8,25%), Campania (7,57) e Lazio (6,97%).

Le presenze straniere (12.491) più elevate sono state registrate per i cittadini Europei (67%) e tra queste quelle dei turisti provenienti dalla Germania (14%), Francia (12%), Regno Unito (10%), Spagna (8%) e Paesi Bassi (7%). Importante, in termini numerici, la presenza dei turisti Americani (9,11%). Da segnalare infine la presenza di cittadini dei paesi asiatici (8%).

 

 

In termini di permanenza media, hanno soggiornato maggiormente in città i cittadini del Portogallo (6,7 giorni), della Croazia (5,85), della Slovacchia (5,75), del Venezuela (4,7) e del Lussemburgo (4,4). Superiori al dato medio comunale anche i turisti provenienti da Paesi Bassi (3,65), Danimarca (3,47), Estonia (3,45), Grecia (3,24), Bulgaria (3,18) e Norvegia (3,00). Consistenti anche le presenze per egiziani (6 giorni) e Altri paesi africani (7,8).

Tra gli italiani, hanno soggiornato maggiormente i cittadini provenienti dalla Liguria (3,64 giorni), dal Friuli Venezia Giulia (2,87), dall’Emilia Romagna (2,77), dalla Sicilia (2,73), dalla Toscana (2,62), dal Piemonte (2,61) e dalla Lombardia (2,57).

In calo, infine, i numero dei crocieristi: 17.831 in meno. Ad attraccare al porto, nel 2018, sono state 172 navi, con 8.790 imbarchi e 8.965 sbarchi.

 

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Anonimo
Anonimo
25 Settembre 2019 10:39

Credo sia normale.
Le attrattive turistiche di Messina non sono pubblicizzate affatto, così come i già pochi eventi culturali in città.
Per non parlare dell’assenza di un terminal per i bus extraurbani, cosa che crea ulteriore disagio.
E poi è sporca da morire.
Messina è una città di passaggio, si passa da qua per raggiungere le altre città della Sicilia o per andare in Calabria.