20.35. Il presidente della commissione Bilancio Massimo Rizzo si accoda: opinione di pressochè tutti i consiglieri è quella di prendere tempo e sentire anche i vertici di Taormina Arte (era stato invitato in commissione il commissario straordinario Giovanni Di Miceli, ma non si è presentato). Per questo, chiede che la votazione delibera sia posticipata.

Al momento del voto, però, cade il numero legale. La seduta si chiude così, mestamente, con un nulla di fatto.

 

 

20.33. Anche secondo Cristina Cannistrà del Movimento 5 stelle è necessaria un’interlocuzione con la Regione, “fermo restando che uscire da un brand come Taormina Arte sarebbe un errore”.

 

 

20.30. Spiazza l’intervento di Giovanni Scavello della Lega, sulla carta uno che dovrebbe votare contro la delibera, ma che esprime stupore per il fatto che il sindaco Cateno De luca, che è abituato a battere i pugni, non l’abbia fatto alla Regione per il ruolo di Messina in TaoArte

 

 

20.25. Nei banchi di LiberaMe, sulla carta una costola del Pd, si fa autoironia sulla vicinanza del capogruppo Biagio Bonfiglio all’amministrazione. In contumacia, perchè Bonfiglio è assente.

 

 

20.18. Dopo la sospensione di rito, prende la parola Alessandro De Leo (Sicilia Futura): “Perchè non facciamo sentire la nostra voce all’interno della fondazione, provando ad essere protagonisti?”. Poi la butta sull’identitario: “Se usciamo lasciamo via libera a Catania, che da sempre ha guardato con interesse a Taormina Arte”

 

 

19.58. Per giustificare la contrapposizione “città che faceva cose” contro “città succube di Taormina”, l’assessore Roberto Trimarchi cita la coppa Cesare Lo Forte. Cos’era? ne abbiamo parlato qui.

 

 

19.55. Il Comune di Messina non ha nessun vantaggio dalla permanenza in Taormina Arte: stiamo progettando e studiando soluzioni alternative che diano alla città un ritorno d’immagine”. Per la prima volta, l’assessore alla Cultura Roberto Trimarchi, proponente della delibera, si pronuncia sul suo contenuto.

 

 

19.50. Restare in TaoArte o uscire? Dopo la prima seduta, una settimana fa, in cui stata messa in discussione la delibera con la quale il comune di Messina intende fuoriuscire dalla fondazione Taormina Arte (qui le ragioni della scelta), rinviata per richiesta del sindaco Cateno De Luca per un’integrazione documentale che sarebbe servita per convincere i più riottosi dei consiglieri sulla necessità di dire ciao a Taoarte, si torna in aula, per quella che dovrebbe essere la volta buona.

Contrariamente a giovedi 7 marzo, stavolta De Luca non c’è. Il consiglio comunale potrebbe approfittarne, e bocciare la delibera, facendo così andare l’amministrazione “giù” per la prima volta da quando, nove mesi fa, si è insediata alla guida di Palazzo Zanca (e quindi rimanere all’interno della fondazione Taormina Arte). Oppure l’aula potrà votarla, uscire da TaoArte e sancire un’altra vittoria politica, “in contumacia” di De Luca.

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