20.00. E’messo in votazione il piano di riequilibrio rimodulato a vent’anni: passa con sedici voti favorevoli, con quello contrario di Antonella Russo, e con le astensioni di Felice Calabrò, Alessandro De Leo e Claudio Cardile. Un’altra vittoria su tutta la linea del sindaco Cateno De Luca.

A Renato Accorinti staranno fischiando le orecchie, visto che a fine febbraio la stessa rimodulazione del piano di riequilibrio a vent’anni fu bocciata senza pietà e misericordia.

Gaudio e “cinque” alti a non finire nell’aula.

Il documento passa, e ora, nella migliore tradizione fantozziana, inizia il dibattito. La delibera di LetteraEmme, invece, termina qui

 

 

 

19.30. Si vota la delibera sui fitti passivi, che passa, si mette in discussione la delibera sui minori mutui, misura riconfermata dal precedente piano di riequilibrio dell’era Accorinti (una delle pochissime). Tutto fila liscio, e anche un po’ stancamente, se non fosse per Antonella Russo e Felice Calabrò, che domandano quesiti senza sosta. Si attende la votazione finale: non manca molto…

 

 

19.10. “La città deve essere orgogliosa della concertazione che ci ha consentito di chiudere pagine e aprirne altre, e anche l’aula, al di là dei dibattiti aspri, ha colto l’essenza del nostro progetto, ed il nostro progetto è il SalvaMessina, che no solo la salva, ma la farà ripartire dal punto occupazionale e dello sviluppo. Voglio ringraziarvi perchè sono stati mesi duri per tutti. Abbiamo rotto dei tabù, passeremo alla storia e ci passeremo tutti con questo voto“.

Venti minuti di presentazione del piano di riequilibrio da parte di Cateno De luca: intervento molto di cuore, che strappa un applauso bello sostanzioso.

 

 

18.55. Come prevedibile, alcune delibere iniziano ad essere ritirate e discusse dopo il riequilibrio, senza fretta. Lo stesso Cateno De luca ritira tre delibere “collaterali” di MessinaServizi Bene Comune.

Quello che invece si voterà, è la scottante delibera che riporta il parere del segretario generale Rossana Carrubba, che in sostanza impone al Comune, dopo il fallimento di Messinambiente, di mettere sul mercato le quote azionarie di MessinaServizi, aprendo la strada al partner privato per la gestione del servizio.

De Luca chiede di votarle nonostante il tempo strettissimo. Alessandro Russo invece chiede un ulteriore parere alla Corte dei conti. Passa la mozione Russo, quindi la delibera è posticipata.

 

 

18.45. Da questo momento in poi le delibere vanno approvate con una certa premura. La prima è il contratto di servizio per la nuova società da costituire (quindi diciamo non esattamente pressante, ecco). Passa.

 

 

18.40. Si vota la costituzione della Spa che dovrebbe prendere il posto dell’Atm. Sedici favorevoli su diciassette, la delibera passa. Quindi, ricapitolando, nei prossimi mesi si costituirà una nuova società mentre l’Atm sarà in liquidazione.

 

 

18.28. Il presidente Claudio Cardile snocciola emendamenti come fossero Tic tac. Ci permettiamo di fare un parallelismo con uno dei momenti più alti della storia repubblicana.

 

 

 

18.23. Antonella Russo annuncia che lascerà l’aula durante la votazione della delibera che avversa. Poi rientrerà. La consigliera ha votato la delibera di liquidazione “mettendosi una mano sulla coscienza”.

 

 

18.12. Sedici secondi di sbragamanto, poi Claudio Cardile richiama tutti alla dura realtà: ci sono da votare un’altra dozzina di delibere a calci in culo. Si inizia dalla costituzione della Spa, quella contro cui Antonella Russo ha fatto fuoco e fiamme.

Andrea Argento, capogruppo della forza che di fatto ha assicurato il successo del voto, si prende due soddisfazioni riguardo ai fatti di ieri e lancia un annuncio perchè l’aula si riappropri del suo ruolo di controllo (e studi le delibere per tempo). La sua collega Serena Giannetto, fuori dall’aula, lo filma, annuendo.

Quindi l’annuncio: “Noi Cinque stelle andiamo via, il piano di riequilibrio lo approvate voi“.

 

 

 

18. 10. I Cinque stelle escono dall’aula, tranne Giuseppe Schepis e Giuseppe Fusco, che votano a favore, e voteranno favorevole anche i “riottosi” Antonella Russo e Felice Calabrò, e persino il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, che rompe la proverbiale terzietà dell’ufficio che presiede e vota favorevole.. Si è trovata la quadra d’aula, la delibera passa all’unanimità: da domani (si, più o meno, non formalizziamo), l’Atm sarà  posta in liquidazione

 

 

18.00. Ricomincia la discussione: l’emendamento di Antonella Russo passa all’unanimità, quindi intanto si vota la liquidazione, per la costituzione della nuova società se ne parla dopo. Adesso si vota la delibera di liquidazione dell’Atm.

 

 

17.50. Nuova sospensione, anche questa richiesta dai 5 Stelle, ma prima di nuovo Cateno De Luca: “Questo sull’Atm è un voto di legalità”. Applausone.

 

 

17.45. L’Atm non è fallita perchè tecnicamente non è fallibile”, illustra Massimo Rizzo (LiberaMe), che introduce un altro tema: “una società in liquidazione non può effettuare un euro di investimenti, invece una Spa in house providing si”, spiega rispondendo indirettamente ad Antonella Russo. Leggera allusione agli stipendi dei dipendenti e parte l’applauso (blando).

Al momento, l’unico a non riceverlo è stato Alessandro De leo, che aveva incentrato tutto il suo intervento proprio sulla salvaguardia dei lavoratori…

 

 

17.40. “Dobbiamo salvaguardare le casse comunali, ma soprattutto i lavoratori”, spiega Alessandro De Leo (Sicilia futura). Incredibilmente non scatta l’applauso.

 

 

17.35. Giovambattista Caruso della lista Bramanti Sindaco, anche se Dino Bramanti è passato alla Lega (non guardate da questa parte) fa un bagno di realpolitik: “Questa delibera (la liquidazione) non è un fatto politico, spero si possa trovare un accordo a prescindere dalle posizioni sul riequilibrio”.

Alessandro Russo (LiberaMe)  parla invece dei numeri, “e sono incontrovertibili”. Poi la prende lunga, e parte dal decreto Burlando del 1997. La sua conoscenza quasi enciclopedica della legislazione degli enti locali gli permette di maramaldeggiare…

 

 

17.25. Citazione “pop” da parte di Antonella Russo: “Oggi è davvero un Black Friday: dobbiamo votarlo tra un’ora e mezza, questo piano di riequilibrio, e io non ho ancora avuto modo di studiarlo. “Voglio, caro sindaco De Luca, che ritiri la delibera di costituzione della Spa insieme alla liquidazione. Chi l’ha detto che dobbiamo toglierne una e metterne un’altra?”.

Anche Antonella Russo (come noi, e come pressochè tutto il resto del mondo), dichiara di non aver esattamente capito il balletto di cifre intorno ai debiti dell’Atm.

“Io credo che l’Atm possa continuare anche in liquidazione”. In sostanza, la proposta di Antonella Russo è quella di liquidare oggi, e prendere tempo per capire cosa farne al suo posto, per evitare che ci siano due identiche società che vivono parallelamente.

 

 

 

17.15. Prende la parola Felice Calabrò. Il suo, come sempre, è un intervento da oratore consumato per tono di voce, tempi e teatralità, ma anche per contenuti.

Prima riconosce buona fede ai colleghi dei 5 stelle, “ai quali non attribuisco responsabilità”, quindi lamenta la produzione della documentazione richiesta. “Ci stanno dicendo che se non facciamo  la liquidazione salta in banco e non siamo in grado di pagare gli stipendi, a causa del Durc non in regola. Abbiamo due dirigenti, uno dice che vi vuole, l’altro no“. Alta la voce e la platea reagisce con un boato (e altri applausi).

Quindi la frase risolutiva: “Se non passa la liquidazione il riequilibrio fallisce? No, va avanti lo stesso: Atm è un tema, va affrontato e va traspormata in Spa. Ma non è giusto il metodo, signor sindaco“.

 

 

 

17.07. La mozione dei Cinque stelle sullo spostamento della discussione è bocciata: l’hanno votata, ovviamente, i pentastellati, ma anche Antonella Russo e Felice Calabrò del Pd. Si assottigliano ulteriormente le possibilità che la delibera di liquidazione passi.

 

 

17.05. Cateno De Luca riprende la parola, elencando la lunga serie di disgrazie che “ci costringe ad aver inserito nel SalvaMessina provvedimenti irreversibili”.  Poi spiega che la manovra Atm vale “almeno 81 milioni di euro di debiti”, e l’impossibilità di trasferire risorse all’agenzia. Poi l’appello all’aula: “Senso di responsabilità prevalga su posizioni politiche”.

Poi rivela di “aver firmato una cambiale con la banca” per non far sforare l’Atm. Altri applausi dal loggione, che a questo punto non si capisce bene che posizione abbia

 

 

17.00. Risponde Cristina Cannistrà per i Cinque stelle: “Non si sta facendo alcuna strategia politica, operiamo nell’interesse di Atm e della città. Il piano di riequilibrio prevede delibere di giunta, non di consiglio, come quella di liquidazione”. Il Movimento 5 stelle rimane nella posizione di partenza: rimandare il voto. 

Applausi anche per lui. Qualcuno nel loggione è confuso…

 

 

 

16.55. “Noi caro collega Fusco, facciamo politica, dobbiamo dire chiaramente che se non liquidiamo oggi la società, probabilmente a dicembre e gennaio ci saranno lavoratori senza stipendio”, attacca Nello Pergolizzi (LiberaMe), che parla di “inesperienza e malafede”, e accusa i Cinque stelle di non prendersi le loro responsabilità.

Applausi dal loggione.

 

 

16.50. “Non la consideriamo attinente al piano di riequilibrio, si può scorporare e trattare successivamente”. Giuseppe Fusco parla per il Movimento 5 stelle, e l’aula ascolta che non si sente una mosca volare: dalla loro posizione dipende la liquidazione o meno.

In sostanza, secondo Fusco non c’è stato tempo per esaminare temi così complessi e di tale portata per il futuro. “Chiediamo lo spostamento dell’esame della proposta. Dal momento che lei signor sindaco si incaponisce a portarla avanti si assumerà la responsabilità dell’eventuale bocciatura“.

I Cinque stelle chiedono ufficialmente lo spostamento della discussione al 3 dicembre.

 

 

16.45. “L’Atm non si può sanare, tra le perdite d’esercizio da 52 milioni che si accumulano da decenni, ed i 29 milioni di euro di debiti“. La situazione la esplicita, nella maniera più semplice possibile, la responsabile delle società partecipate Alessandra Cucinotta. Antonella Russo non è convinta (non dalla spiegazione, ma dalla risposta alle sue domande).

Salvatore Sorbello entra a gamba tesa e si scusa per “l’episodio increscioso di ieri“. Poi dichiara che voterà sì alla liquidazione.

 

 

 

16.40. Tocca ad Antonella Russo, la cui posizione sulla liquidazione è in forse, domandare due quesiti: “La liquidazione è asseverata dai revisori, e come incide ai fini della regolarità contributiva”. Si va sul tecnicissimo.

 

 

16.38. Il conciliabolo si è spostato in aula (e la seduta è ricominciata)

 

 

 

16.33. Nel frattempo, si levano le voci a favore del dissesto: due ormai tradizionali, l’ex consigliere di Cambiamo Messina dal basso, poi dimissionario Gino Sturniolo, e Paolo Bitto, commercialista ex Ato3, esponente di Capitale Messina e candidato alle ultime amministrative con Ora Messina. La loro lettera aperta.

“Tra qualche anno sapremo se un manipolo di eroi sta salvando la città o se, come è più probabile, ne stia decretando inesorabilmente il fallimento. Noi ci siamo espressi da sempre per il riconoscimento dello stato di dissesto del Comune di Messina perché abbiamo sempre ritenuto che fosse impossibile per la città reggere un Piano di Riequilibrio di oltre 500 milioni di euro. D’altronde, come si fa ad analizzare e discutere decine e decine di atti e provvedimenti, fallimenti di aziende e conseguenze sulla qualità dei servizi in così pochi giorni?

E’ tutto incredibilmente nebuloso e confuso. Sarà davvero possibile stabilizzare gli operatori dei servizi sociali? In caso contrario, a chi rimarrà il cerino in mano, ai sindacati o ai consiglieri comunali? Capiremo a breve se, con ATM in una situazione finanziaria così drammatica, sarà possibile erogare un minimo di servizio di trasporto pubblico locale. Verificheranno i legali se era possibile l’operazione Messina Servizi Bene Comune e se, oggi, a seguito del fallimento di Messinambiente, si dovranno revocare atti e transazioni triangolari tra Comune, ATOMe3 e Messinambiente.

Ci sarebbe la possibilità di resettare tutto, abbattere il debito e cominciare un nuovo percorso, con minori pesi e fardelli e facendo luce sulle responsabilità del disastro. E invece la scelta che si sta prendendo sembra essere un’altra. Neanche l’esperienza della vicina Catania, dove il continuo rinvio della dichiarazione di dissesto ha condotto al dramma di mettere a rischio stipendi e servizi, è stata da monito. La città non si dovrebbe piegare a questa logica ma, purtroppo, sentiamo un silenzio assordante. Per noi il dissesto non è il fallimento della città, ma della classe dirigente che ha amministrato

 

 

 

16.25. Nel frattempo Salvatore Serra è uscito dalla stanza, e vaga per l’aula con le mani in tasca, lasciando da soli i sette consiglieri dei Cinque stelle. E’ da loro che dipende il voto favorevole alla liquidazione, in sostanza: se qualcuno cambia idea, la delibera potrebbe passare.

Il resto dei gruppi pare compatto. Attesa in aula, ma anche nel loggione, in cui hanno preso posto un po’ di lavoratori dell’Atm.

 

 

16.15. L’appello alla concisione è caduto nel vuoto, i cinque minuti sono abbondantemente trascorsi. Approfittando della pausa, Cateno De Luca fa merenda: caffè ristretto, acqua grassata e miele: non quello ungherese, al centro di polemiche autarchiche da parte dello stesso De Luca, ma quello di Salice.

 

 

 

16.03. Salvatore Serra parla a nome della Lega, e chiede cinque minuti di tempo di sospensione.

Cinque minuti Serraaaa“, sussurrano i colleghi, per via dei tempi strettissimi. La sospensione serve per “allinearsi al Movimento 5 stelle”: la coalizione del governo nazionale tiene anche a Messina…

 

 

15.56. Tocca a Massimo Rizzo (LiberaMe), che per De Luca ha una domanda. Molto tecnica, essendo presidente della commissione Bilancio. La domanda riguarda la mancanza del Durc (documento unico di regolarità contributiva) da parte dell’Atm per il trasferimento dei fondi da parte del Comune.

L’Inps oggi ha risposto, cazziando il Comune. La risposta del segretario generale Rossana Carrubba è piuttosto esauriente…

 

 

15.51. Chirurgico, De Luca parla tre minuti, ribadendo quanto già si sapeva. I tempi sono contingentati. Per primo parla Libero Gioveni che prima di pronunciare una sola sillaba sull’argomento, annuncia querele da concordare coi colleghi per qualche post su Facebook da parte di dipendenti Atm: “Io sicuro, ma anche qualche collega, presenteremo querela per diffamazione”, spiega Gioveni.

Gioveni voterà favorevole alla liquidazione Atm, “turandosi il naso

 

 

15.45. Inizia, con qualche minuto di ritardo, la seduta, l’ultima sul riequilibrio. Senza perdere tempo, Cateno De Luca prende la parola e inizia ad illustrare la delibera. Via il dente, via il dolore: “Fatti i dovuti conti ci vogliono 21 voti per mettere in liquidazione l’Atm”, spiega De Luca, che qualche ora fa aveva inviato ai consiglieri una lettera aperta facendo appello al loro senso di responsabilità.

I numeri, attualmente, non sembrano esserci. E potrebbe essere un problema.

 

 

Arriva il giorno la cui preparazione è iniziata due mesi fa: oggi si vota il piano di riequilibrio, e secondo i calcoli del sindaco Cateno De Luca va inviato al ministero dell’Interno entro mezzanotte.

In questa settimana sono state votate oltre metà delle trenta delibere propedeutiche: ieri in aula è successo un casino che ha fatto cadere il numero legale, impedendo che sulla più delicata delle delibere, quella dell’Atm, si potesse discutere. Oggi un’altra gatta da pelare: servono 21 voti favorevoli (su 32, quindi i 2/3) per approvare la liquidazione dell’azienda trasporti.

Ecco quello che succederà nelle prossime ore, minuto per minuto.

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