MESSINA. Venti minuti di delirio, poi la seduta di consiglio comunale, una delle più importanti della storia di Messina senza voler essere troppo melodrammatici, si chiude per mancanza del numero legale. Sedici consiglieri comunali presenti in aula un’ora dopo la convocazione (la seduta era prevista alle 15.30) non sono bastati per far dichiarare aperta la seduta, e al vicepresidente Nino Interdonato non è rimasto che chiudere la seduta e rinviare tutto a domani, sempre alle 15.30.

In pratica domani, in otto ore, andranno discusse una quindicina di delibere propedeutiche al piano di riequilibrio, ed il piano di riequilibrio stesso, che poi va “impacchettato” ed entro la mezzanotte meno un minuto deve essere arrivato nella casella postale del ministero dell’Interno. Tutto col fiato sul collo, quindi, senza la possibilità di poter discutere con calma o emendare le delibere.

In quei venti minuti di blackout è successo il papatrac: Interdonato dichiara chiusa la seduta, il segretario generale Rossana Carrubba tenta di trovare un termine per riaprirla, rendendosi conto della gravità della situazione, tra i banchi iniziano a volare accuse, e sul banco deli imputati finiscono i consiglieri del Movimento 5 stelle, arrivati in aula qualche secondo dopo la chiusura dei lavori, additati dai colleghi di aver voluto fare un “giochetto d’aula” che è sfuggito loro di mano.

DOpo un lungo conciliabolo, Rossana Carrubba riemerge dalla consultazione di norme e regolamenti, e decreta: la seduta è chiusa, tutto rimandato a domani.

Cosa è successo? Lo ricostruisce, a microfoni aperti, la stessa segretario generale: “Si sarebbe dovuto aspettare il segretario se si fosse voluto fare l’appello nominale – spiega – In quel momento avrei dovuto continuare io l’appello, perchè mi assumo io la responsabilità di contare i presenti. Il consigliere Giuseppe Schepis (Movimento 5 Stelle) è entrato in aula insieme a me nel contrappello, quindi sicuramente poteva, a norma di regolamento, essere computato nei presenti”. Un’interpretazione che lascia ancora spazio a dubbi, fichè gli ultimi che restano vengono fugati dalla stessa Rossana Carrubba: “Oltre all’appello nominale, c’è la rilevazione elettronica delle presenze. E risulta che quando i presenti erano 17 (quindi validi per aprire la seduta), dopo 13 secondi dall’apertura della seduta Paolo Mangano (M5s) ha estratto la smart card, uscendo dall’aula, facendo arrivare il numero dei consiglieri a 16 presenti”: numero legale caduto e seduta chiusa e riaggiornata a domani.

All’annuncio, e ai successivi “vergogna. vergogna”, è seguito un vivace scambio di “opinioni”, per usare un eufemismo, tra Andrea Argento (M5s) e Salvatore Sorbello (gruppo Misto), con il sindaco Cateno De Luca, appena arrivato, che dichiarava “sono basito”, contando mentalmente in quanto tempo domani si dovranno votare le delibere, e spiegando i termini perentori dell’invio.

A salvare dalla gogna i consiglieri pentastellati ci ha pensato, inaspettatamente, Salvatoe Serra (Lega): “Che non passi il messaggio che i 5 Stelle hanno boicottato il consiglio, erano insieme a me e siamo entrati insieme”.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments