MESSINA. “Se qualcuno chiede a me da tecnico, visto che mi occupo di piani di riequilibrio, “Messina è in dissesto?”, io gli rispondo “Messina è guarita”. Messina ha solo debiti fuori bilancio da riconoscere e da finanziare“. Parola di ex assessore al Bilancio. Enzo Cuzzola, di nuovo a Palazzo Zanca per il convegno organizzato da MessinAccomuna su bilanci e piano riequilibrio.

Nel balletto di cifre e numeri, che cambiano di volta in volta e a seconda di chi le conti, quelle cifre, oggi Guido Signorino, l’altro ex assessore al Bilancio della giunta di Renato Accorinti, ha voluto mettere nero su bianco la situazione finanziaria del Comune, aggiungndo che “A maggio del 2018, il passivo per debiti effettivi e potenziali si è ridotto di 80 milioni”.

 

 

Secondo Cuzzola, “Non siamo in dissesto perchè non ci sono i parametri del dissesto. Il piano di riequilibrio i risultati li ha ottenuti: qualche misura non è stata raggiunta, ma qualche altra è andata oltre. Il “buco” (il mancato accantonamento delle somme per il piano di riequilibrio, ndr) sta nel fatto che nel 2015, per una modifica legislativa, abbiamo dovuto prendere somme inserire nel riequilibrio e inserirle nel bilancio, e il pareggio lo abbiamo raggiunto nel previsionale 2018/2020: un bilancio che non taglia trasporti e servizi sociali, che si poneva l’obiettivo delle manutenzioni”.

 

Quindi tocca all’Atm: “I bilanci dell’azienda non sono approvati dal 2002 – spiega Guido Signorino – perchè in mancanza di  contratto di servizio, gli eccessi di spesa rispetto ai contributi garantiti dal Comune non potevano essere riconosciuti come componente del bilancio del Comune se non fossero stati prima connotati come perdita di esercizio, mentre il Comune li annoverava come “crediti verso il controllante”. Nel 2014 abbiamo deciso di procedere così: l’azienda portava a perdita quei valori, che hanno generato un patrimonio negativo da 32 milioni, e il comune si impegnò a ripianarli nel piano di riequilibrio. I bilanci sono sempre invece stati in pareggio. Le perdite non sono 32 milioni, sono 51. La rimanente parte di perdite è assorbibile dalle riserve e tra il capitale sociale, quindi in teoria la perdita è totalmente assorbita. E’ vero che Atm negli anni non ha pagato regolarmente quello che doveva, ma ci sono enti pagatori molto in ritardo. L’Atm ha titoli validi ma mancate riscossioni. Sono pagamenti ritardati, perchè c’è una risorsa ma ancora deve arrivare. L’Atm ha accantonato nei bilanci, e non poteva fare diversamente, i crediti nei confronti della regione per i km percorsi, e c’era un’azione giudiziaria per farsi pagare quanto dovuto. I deputati regionali che hanno fatto per farsi pagare?”, conclude l’ex assessore, lanciando l’accusa.

Ad adiuvandum, c’è la puntualizzazione dell’ex assessore ai Trasporti Gaetano Cacciola: “L’Atm non ha fatto un solo km in più rispetto al contratto di servizio. Il contenzioso (con la Regione per il mancato riconoscimento del chilometraggio, ndr) si aggira intorno a 15 milioni di euro“.

Non ha tardato ad arrivare la risposta del sindaco Cateno De Luca (che pone domande alle quali i due assessori hanno risposto e che evidentemente non lo hanno soddisfatto, e quindi le ripropone): “Noi dovevamo trovare 125 milioni di euro di accantonanti per il periodo 2014 – 2018 di vigenza del piano di riequilibrio invece ne abbiamo trovati solo 45 milioni. Dove sono andati a finire gli altri 80 milioni di euro? I debiti di ATM, nascosti sotto il tappeto, sono circa 80 milioni ( di cui 52 al 31 – 12 – 2013) di euro e non 32 milioni di euro come falsamente rappresentato nel piano di riequilibrio. Perché nel piano di riequilibrio era previsto un taglio di 32 milioni di euro di trasferimenti del comune ad ATM ? Come poteva reggere ATM con tagli di 15 milioni di euro concentrati tra il 2019 ed 2021 stabiliti da Signorino e Cuzzola?”

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments