MESSINA. È una coincidenza piuttosto bizzarra, ma ogni volta che il sindaco Cateno De Luca scrive di Atm sulla sua pagina Facebook, qualcosa nei calcoli s’inceppa e i conti non tornano. L’ultimo episodio, dopo la storia degli autobus elettrici sprovvisti di colonnine per la ricarica (che invece ci sono) è di qualche ora fa.

In un messaggio di solidarietà al controllore aggredito sul tram da un utente che non aveva il biglietto, De Luca scrive, testuale “Solidarietà al collega controllore ATM massacrato da un personaggio che non aveva pagato il biglietto come fa oltre il 70% di coloro che usufruiscono dei servizi pubblici di trasporto urbano”.

Apprezzabile nel contenuto, però, anche questo messaggio pecca nell’accuratezza dei numeri. Perché, al contrario, il tasso di evasione dell’Atm è stimato intorno al 30%, dall’80% a cui era arrivata anni fa. Una media del 20% è considerata perfettamente “fisiologica” nell’ambito dei trasporti. A fornire i dati è la stessa Atm nel report annuale, ed è confermato anche dal Comune di Messina nell’annuario “Messina in cifre”.

Come fa l’Atm a “stimare” quanta gente ha ricominciato a pagare il biglietto? Proprio dalla conta dei biglietti, e dall’incremento esponenziale avuto negli ultimi quattro anni (+ 210%). La politica di lotta all’evasione aveva funzionato anche (e soprattutto) grazie alla presenza di guardie giurate sui mezzi, e di un mezzo di pronto interventi. Da pochi mesi, il servizio di “sorveglianza” è stato tolto

 

 

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