MESSINA. L’obiettivo è di arrivare al 30% di differenziata entro ottobre, e di adeguarsi al 65%, come previsto dalla legge, entro il 2019. E “se il consiglio d’amministrazione non dovesse arrivare a quel risultato, rimetterà il mandato nelle mani del sindaco. Ma prima salteranno teste se non adempiono alle decisioni dell’organo di governo”. Parola di Pippo Lombardo, nuovo presidente di MessinaServizi Bene Comune.

Prima uscita pubblica per il consiglio d’amministrazione dell’azienda che si occupa del ciclo dei rifiuti, dopo l’insediamento di una decina di giorni fa, che per l’occasione apre le porte della nuova sede, che accorpa gli uffici di via Dogali di Messinambiente e di via Cavalieri della Stella dell’Ato3, con un risparmio, sostiene il nuovo consiglio d’amministrazione, di 60mila euro sui 120mila che si pagavano coi due uffici.

L’incontro mirava a illustrare i numeri della raccolta dei rifiuti ingombranti, ma è stato un volo d’angelo su tutte le attività presenti e future dell’azienda. Che prevedono, già da lunedi mattina, controlli da parte dei vigili urbani “perchè i cittadini rispettino  i dettami di conferimento”, spiega Lombardo. “Installeremo fototrappole (acquistate dal Comune e date in comodato d’uso alla polizia provinciale) nelle 180 discariche abusive censite, perchè ci siamo resi conto che anche nei quartieri dove è partito il porta a porta, gli utenti gettano di tutto e in maniera caotica. Oggi – ha raccontato il presidente – abbiamo effettuato un blitz, e ci siamo resi conto che i cittadini conferiscono munnizza, non differenziata”.

Per questo, è stato approvato il protocollo d’intessa tra Comune, MessinaServizi e polizie municipale e metropolitana per il controllo del territorio per evitare conferimenti fuori orario o di rifiuti ingombranti e per generiche politiche ambientali. “Con l’ordinanza di agosto 2016 è ripartito il porta a porta nei quartieri estremi, I e VI, ma in maniera parziale, e non su tutta l’area dei quartieri, con obbligo per tutte le utenze non domestiche (quindi quelle commerciali), circa diecimila: di queste, oggi ne sono servite circa 500)”.

Quindi tutto un mezzo disastro? No. Lombardo conferma che Messina è il capoluogo metropolitano in cui la differenziata è alla percentuale più alta in Sicilia, attestandosi poco sotto il 20%. “Soprattutto grazie alle 33mila utenze che conferiscono nelle isole ecologiche: per questo, presto ne saranno realizzate altre tre (via Salandra, Minissale e zona nord)”.

Poi Lombardo racconta alcune delle esperienze di questi primi giorni alla guida dell’azienda che si occupa di rifiuti: “Il primo controllo e repressione avverrà nei mercati: a Giostra sono serviti sette operatori con mezzi meccanici per riportare in condizioni dignitose il viale dopo il mercato della Vara”. Non solo. “La sera, dopo la processione, abbiamo trovato quindici frigoriferi abbandonati alla passeggiata a mare”. E per quanto riguarda i lavoratori? “Abbiamo avuto 12 certificati di malattia alla vigilia di ferragosto, non deve più accadere, anche perchè mancavano sei zone di raccolta su 18, e per recuperare un giorno di mancata raccolta ne occorrono tre”.

Quindi i numeri sui rifiuti ingombranti: Nei primi sei mesi abbiamo raccolto 2000 tonnellate di ingombranti, 1500 dei quali non riciclabili. Finora la raccolta ha funzionato su base settimanale, e saranno implementati due punti di raccolta settimanale: Campagna “Pari e dispari”: un sabato i quartieri II, IV e VI, quello successivo il I, III e V”. ” Dall’1-17 agosto abbiamo raccolto 21 tonnellate di legno, 960 kg alle isole ecologiche, 14mila kg consegnate alle raccolte settimanali: e il legno si ricicla”, gli fa eco Aldo Iacomelli, direttore generale di MessinaServizi.

Sul futuro dell’azienda, e la possibilità di affidarsi ad un gestore privato del sertvizio, ha parlato l’assessore all’Ambiente Dafne Musolino: “Dipende tutto dall’udienza in cui si decreterà il fallimento o meno di Messinambiente. Intando andiamo avanti facendo funzionare quello che abbiamo”. E cioè gli impianti per il trattamento dei rifiuti, soprattutto quelli di Pace e Mili, che consentiranno, spiega Lombardo, “un risparmio del 40 o 50% sugli 11 milioni di conferimento in discarica con gli impianti a regime. In più si “monetizza” con gli altri comuni che conferiscono a Messina, e la produzione di biogas per la creazione di energia elettrica”.

 

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