MESSINA. Quasi 45mila euro per “poter successivamente provvedere alle varie fasi procedimentali afferenti l’attività di liquidatela in oggetto” di una partecipata che non ha mai funzionato o operato un solo secondo. E’ la storia della Polisportiva Città di Messina srl, società creata dal Comune nel lontano 2004 per l’affiliazione alla Federazione Italiana Pallacanestro ma che in realtà non solo non è mai stata affiliata, ma è rimasta un contenitore vuoto, senza nemmeno una sede (ma con un consiglio d’amministrazione da ottantamila euro all’anno) che negli anni ha prodotto solo debiti senza mai gestire gli impianti sportivi di proprietà comunale, compito per il quale nel 2006 era stata mantenuta dopo il “flop” della creazione.

L’ultimo atto sono i 44.545 euro che Palazzo Zanca deve sborsare per permettere alla liquidatrice Alessandra Cucinotta di chiudere le partite debitorie con l’accordo bonario firmato tra i creditori il 25 maggio.

La Polisportiva città di Messina, infatti, è uno di quegli inspiegabili casi di azienda creata da Palazzo Zanca durante gli anni e poi mai messa in condizione di svolgere il compito per il quale è stata concepita: gestire, cioè, gli impianti sportivi. “Rinata” nel 2006 come partecipata, e impossibilitata ad iniziare l’attività la Polisportiva ha subito denunciato una perdita di 5340 euro nel 2006, prima di fare il botto “nel 2007”:  perdite dʼesercizio che hanno raggiunto i 67.368 euro, e Comune che deve sborsarle per la ricapitalizzazione della società. Nel 2009, sotto l’amministrazione guidata da Giuseppe Buzzanca, e con un bilancio che fa segnare un passivo da quasi 29mila euro, si decide ripianare le perdite. A fine 2010, alla partecipata sono destinati 125mila euro da destinare a copertura delle perdite, ricostituzione della riserva legale e costituzione di un apposito fondo coperture perdite.

Poi l’ingloriosa fine. A settembre del 2011 il consiglio comunale delibera il non mantenimento della partecipazione azionaria nella “Polisportiva Città di Messina s.r.l.”, e ad aprile 2012 la stessa assemblea societaria decide di metterla in liquidazione.

La particolarità della Polisportiva, all’epoca, era di non avere una sede, di non operare, ma di pagare comunque i componenti del consiglio d’amministrazione: 53.763 euro per il presidente Francesco Gallo, ex assessore della giunta di Francantonio Genovese ed ex esperto della giunta di Turi Leonardi (sia al comune che alla provincia), e dodicimilaottocento euro a testa per i componenti del Cda, Daniele Spoto e Antonino Fisichella. Inutile sottolineare come, non producendo nulla, l’intera massa debitoria era costituita dai compensi. Una vicenda che non mutò nemmeno quando si insediarono alla presidenza Luigi Barbaro e nel ruolo di consiglieri Daniele Bruschetta e l’ex consigliere comunale Carlo Cantali.

Né le cose migliorarono quando alla Polisportiva si diede la gestione degli impianti. Per le piscine finì malissimo: il ricorso della società che aveva vinto il bando per l’assegnazione ha visto soccombente il Comune, e gli impianti che furono gestiti si rivelarono un disastro finanziario. Il Pala San Filippo, per esempio: 20mila euro di introiti a fronte di 15mila di manutenzione ordinaria ed 150mila di manutenzione straordinaria al netto delle spese di gestione. O il PalaTracuzzi, con introiti per 8.640 euro e spese di 4.500 di manutenzione ordinaria e 500.000 per interventi straordinari al netto delle spese di gestione, o ancora il Pala Mili, 14.400 di entrate a fronte di 1.400.000 euro per interventi finalizzati al pieno funzionamento dell’impianto al netto delle spese.

Nel frattempo, il liquidatore Santi Saija, nominato il 21 febbraio 2014, si dimette irrevocabilmente a settembre del 2016. A marzo 2017 è stata nominata, in sua sostituzione, Alessandra Cucinotta. Che metterà la parola fine ad una disastrosa esperienza, della quale anche la Corte dei Conti si è occupata, segnalando come l’ultimo bilancio della società risalga al 2010: per questo, i magistrati contabili bacchettano “la mancata adozione di iniziative volte a contrastare il mancato rispetto dei termini previsti per l’approvazione dei bilanci delle società“.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments