MESSINA. “Si restituisce per le necessarie rielaborazioni il progetto qui prodotto ed omnicomprensivo dell’intera opera infrastrutturale, non munito della richiesta autorizzazione all’inizio dei lavori in zona sismica”. Così, in otto pagine a firma Leonardo Santoro, l’Ingegnere capo del Genio civile ferma il progetto della via don Blasco che era pronto a partire a trent’anni dal primo progetto.

Il progetto della strada di collegamento tra il viale Gazzi e la zona falcata, al palo da decenni e che sembrava nei mesi scorsi avesse avuto via libera, è ferma di nuovo perchè il progetto esecutivo non è “autorizzato ai fini sismici”, si legge nel documento. “Si restituisce il progetto, privo della richiesta autorizzazione, per una complessiva rielaborazione“.

Santoro elenca “carenze progettuali riscontrate, la cui mancata risoluzione preliminare potrebbe generare una serie di criticità di utilizzo, a regime, dell’infrastruttura viaria o peggio la probabilità, in tempi di gran lunga inferiori alla vita utile dichiarata pari a 50 anni, di possibile inagibilità strutturale delle infrastrutture esistenti su cui la piattaforma stradale in progetto o si inserisce invasivamente (gallerie e ponti ferroviari) o si affianca o sovrappone (viadotti ed impalcati viari di proprietà comunale”.

Criticità che, secondo Santoro, anche già in fase realizzativa comporterebbero la necessità di varianti strutturali ed a regime il rischio di interruzione del traffico ferroviario e viario.

Quali sono le criticità? Valutazioni di sicurezza sismica e “opportunità di rielaborazione di tutte le calcolazioni strutturali“, ma anche la previsione di “opere di protezione degli effetti dei marosi”, e vari adeguamenti sismici di alcune delle strutture in cui si andrà ad innestare il progetto. Si dovranno adeguare anche gli studi geologici e “tutte le previsioni progettuali ai franchi minimi di 10 metri dagli argini fluviali”, ma anche la copertura di cento metri del torrente Zaera, definita da Santoro come “non condivisibile e desueta, ai fini della sicurezza idraulica dell’asta torrentizia e dell’areale urbano circostante”.

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Pippo
Pippo
25 Gennaio 2018 19:23

È vero che il progetto è fatto male, con gravi e insolute problematiche nel sottopasso, e che è assurdo e obsoleto pensare che sia una via di passaggio per i tir (dato il nuovo porto di Tremestieri, genio civile premettendo). Non si può però pensare di bloccare l’opera, anche se perfettibile, e quindi anche gli espropri ecc, e lasciare l’area nel degrado e comunque nel totale rischio in cui è.

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