MESSINA. “Peppone grazie x questa grande domenica !!”. Così su Facebook si festeggiava dopo una corsa. Peppone era il cavallo arrivato dopo la morte del povero “Zicca”, considerato il cavallo di punta della scuderia, un esemplare vincente celebrato anche sui social con video e canzoni. A scoprirlo sono stati i carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria che per mesi hanno indagato sulle corse clandestine di cavalli finite al centro dell’operazione “Zikka” condotta con i militari della Compagnia Sud, che ha portato a  cinque arresti, uno in carcere e quattro ai domiciliari (manca all’appello una sesta persona) e tre divieti di dimora.

A vario titolo è contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione di corse clandestine di cavalli e al maltrattamento di animali. Complessivamente gli indagati sono 11. Sotto sequestro preventivo, su disposizione del gip,  i locali al villaggio Unrra utilizzati per il ricovero dei cavalli della scuderia Minissaloti, i sette cavalli che sono stati trovati ed anche il cavallo “Peppone”.  Nell’ordinanza il gip Daniela Urbani ricostruisce l’indagine che comincia a dicembre 2014, quando i carabinieri scoprono  delle strutture fatiscenti che venivano utilizzate per il ricovero di cavalli e per deposito di calessi e cominciano ad indagare sulle corse clandestine di cavalli. Su internet hanno invece trovato i video di un cavallo di nome Zecca, le immagini sottolineate da una canzone napoletana. Dai filmati ai profili Facebook degli indagati il passo è stato breve per gli investigatori. Su Facebook trovano altri filmanti di cavalli dai titoli “A passeggio”, “Calesse”, “Corsa” ed ovviamente “Zicca”. Il cavallo viene celebrato sui social ma ad un certo punto delle indagini i carabinieri deducono  il triste destino di Zicca, che sarebbe morto a seguito di un incidente. Dopo di lui corre Peppone.

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