MESSINA –  Nemmeno il tempo di festeggiare per il neo deputato regionale Cateno De Luca, ex deputato regionale appena rieletto nelle file dell’Udc in sostegno di Musumeci, con 5.418 voti. Da stamattina Cateno De Luca è ai domiciliari, l’arresto è scattato per lui e per Carmelo Satta, in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro. L’indagine è partita nel 2013 dopo una verifica fiscale della Guardia di finanza sul Caf, verifica che aveva fatto emergere anomalie dando luogo all’inizio delle indagini poi assegnate ai finanzieri e ai carabinieri.

Attraverso le indagini è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fe.Na.Pi.. s.r.l. di cui era rappresentante legale Satta, riconducibile, direttamente o indirettamente a De Luca e Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette. Sono dieci in tutto gli indagati, oltre De Luca e Satta anche amministratori e titolari di altre società. 

La Federazione che raggruppa i piccoli imprenditori con 200 circoli in tutta Italia e circa 50 soltanto nel Messinese si appoggiava per legge a una società di servizi, la Caf Fenapi riconducibile a De Luca. Questa società di servizi fatturava distaccamenti di personale, contributi per mantenimento delle sedi, tutto giudicato dai finanzieri inesistente. I ricavi erano attribuiti alla Federazione, che gode di agevolazione fiscali (dal 17 all’1,5 per cento l’abbattimento della pressione fiscale) attraverso operazioni fittizie. Il tutto per un giro di fatturazione complessiva annua di 6-7 milioni di euro.

Mentre costi inesistenti venivano imputati da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale.

La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta.

Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini iva. che delle Imposte sui redditi delle società).

Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati.

Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Il provvedimento  cautelare è stato emesso dal gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla procura di Messina, militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Messina e della Compagnia carabinieri di Messina sud.

Oltre i domiciliari anche il sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

De Luca era già stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi. La procura ha chiesto la sua condanna a 5 anni. L’ex sindaco di Santa Teresa aveva proposto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Reggio Calabria, ma è stato respinto, la sentenza è attesa nelle prossime settimane.

Per domani 9 novembre è prevista la penultima udienza del processo che lo vede imputato. La sentenza di primo grado è attesa entro Natale.

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