MESSINA. Le tematiche più importanti per la città – Zes e Ponte – sono state affrontate solo alla fine, al termine degli interventi, incentrati soprattutto sulla “politica meridionalista” del centrosinistra e sulla contrapposizione con i principali avversari politici, 5 Stelle e centro-destra, con la questione impresentabili a tenere banco.

Si è svolto oggi pomeriggio, nell’inconsueto scenario di Villa Cianciafara, a Zafferia, l’incontro con il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno del governo di Paolo Gentiloni, Claudio De Vincenti, che dopo aver presieduto un vertice in prefettura sul masterplan e un passaggio al porto di Tremestieri per un sopralluogo, ha incontrato i sostenitori di Fabrizio Micari, in presenza, fra gli altri, di Matteo  Sciotto, Emanuele Giglia, Pippo Laccoto, Filippo Panarello, Massimo Simeone e Tani Isaja.

Ad intervenire, oltre a Micari e a De Vincenti, anche il segretario provinciale del Pd Paolo Starvaggi e Giuseppe Antoci: “Noi gli impresentabili non li candidiamo, non diciamo di non votarli a posteriori, né avremmo mai il coraggio di mettere il nome “Micari” sopra il loro volto”, ha commentato Starvaggi. “Improponibili anche i grillini, bravissimi a convogliare la rabbia dei cittadini, ma non a risolvere i problemi”, ha aggiunto Antoci.

Tocca poi al ministro, che inizia il suo intervento parlando della nuova politica meridionalista del governo, dagli investimenti sulle infrastrutture al sostegno ai giovani, fino agli incentivi alle imprese che avrebbero portato a 82mila nuovi contratti a tempo indeterminato negli ultimi anni grazie anche alla decontribuzione al 100 per cento per i nuovi assunti under 35 al Sud. “Nel 2015 e nel 2016 il Mezzogiorno è cresciuto e ha investito più del centro Nord – ha spiegato De Vincenti – Dovesse vincere la destra, appoggiata dalla Lega, quelli che hanno impedito che la Sicilia “diventasse bellissima”, si tornerebbe indietro di anni”.

Discorso condiviso da Fabrizio Micari: “Con la destra al Governo la forbice fra il nord e il sud, che si era ristretta negli anni della Cassa del Mezzogiorno, è tornata più ampia che mai. Dal 2013, prima Renzi e poi Gentiloni l’hanno rimessa con forza sul tavolo”, spiega il rettore, che cita la “cura del ferro” e gli interventi infrastrutturali nei trasporti.  “La Sicilia è a un bivio: o noi o quelli che avevano portato la regione sull’orlo del Deefault”, ha concluso Micari.

Infine, le tematiche che riguardano più da vicino Messina. “Il Ponte sullo Stretto? A me non piacciono le cattedrali nel deserto – spiega il candidato alle regionali – Le  priorità adesso sono altre, a partire dalle strade, e abbiamo le risorse per realizzarle. Dobbiamo però guardare anche al futuro meno prossimo, e il Ponte potrebbe fare parte di un progetto integrato”.

A parlare della Zes è invece De Vincenti, con un intervento che sembra discostarsi dalle dichiarazioni rilasciate appena ieri dal ministro Delrio: “Messina sarà sicuramente inclusa nella Zes”, aveva detto il ministro a Palermo. Mentre a Messina De Vincenti ha chiarito: “Gli investimenti concreti sul porto di Tremestieri dimostrano la volontà di  investire su Messina. Per quanto riguarda l’autorità  portuale dobbiamo fare in modo che i quattro porti (Gioia Tauro, Messina, Milazzo e Reggio) crescano assieme, sviluppando  le loro diverse vocazioni, che sono complementari. Al centro di ogni Zes c’è un porto core, come in Sicilia lo sono Palermo ed  Augusta. Bisogna creare sinergia fra porti e interporti per crare una Zes che crei sviluppo”.

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