MESSINA. Oltre 30 casi di morbillo registrati nei primi tre mesi del 2017, con un focolaio a Barcellona Pozzo di Gotto che si sta estendendo in tutta la provincia, e un netto calo in percentuale delle vaccinazioni, con appena il 69,5% a fronte di una media regionale dell’81,1%. Numeri, quelli relativi alla provincia di Messina, che mostrano un crollo allarmante delle vaccinazioni e fanno della città dello Stretto il fanalino di coda della Sicilia in termini di prevenzione. 

A introdurre il morbillo in provincia è stato un medico residente a Catania che lavora all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, un territorio in cui la bassa percentuale di vaccinazione e i mancati richiami facilitano la propagazione del virus, che nel giro di appena tre mesi ha contagiato oltre 30 persone di età compresa fra i 20 e i 40 anni. Un dato che desta qualche preoccupazione se paragonato ai 48 casi totali del 2016 in tutta la Sicilia.  «E ancora non siamo entrati nel periodo di massima diffusione del virus, che è fra la primavera e l’estate», spiega il dirigente del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Mario Palermo, che illustra dato per dato il crollo della media regionale, con una percentuale dell’81,1%, ben lontana da quel 95% considerato ottimale. “Nell’ultimo anno, a Messina – prosegue Palermo – la copertura è stata del 69,5%, un dato che si ripete da quattro-cinque anni, mentre a Catania è del 76,6% e a Siracusa il 78,8%. Fiore all’occhiello dell’isola è invece Enna, dove le vaccinazioni anti morbillo hanno raggiunto la percentuale del 90,8. Nell’analisi dei numeri bisogna tenere conto però di molti fattori, a partire dai dati anagrafici, che spesso falsano le statistiche». E proprio Messina e Catania furono le province in cui si verificò l’ultima grossa epidemia di morbillo in Sicilia, risalente al 2009-2010: le persone contagiate furono circa 1400 e per la maggior parte si trattava di giovani adulti.

Ma quali sono le soluzioni da adottare per invertire la tendenza? «Innanzitutto – spiega il dirigente – occorrerebbe segnalare i pediatri che non somministrano il vaccino, allontanando dall’Ordine i tanti ciarlatani che fanno disinformazione e lucrano sulla salute dei pazienti. Inoltre, di recente, l’Assessorato alla Salute ha proposto un disegno di legge per introdurre nelle scuole materne e dell’infanzia la vaccinazione obbligatoria». Una proposta che ha ottenuto il primo via libera della giunta di governo ma dovrà adesso essere approvata dall’Ars. In attesa del nulla osta, l’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi nei mesi scorsi ha inviato intanto decine di lettere di diffida ai manager delle Asp per chiedere un cambio di passo, richiamando l’attenzione dei medici di famiglia e dei pediatri per incentivare i cittadini a vaccinarsi. «Promuovendo la cultura della prevenzione – commenta Palermo – è comunque possibile invertire la tendenza, come dimostrano i lusinghieri risultati ottenuti quest’anno in Sicilia con il vaccino antinfluenzale».

Non sono però solo i dati siciliani a destare preoccupazione. In tutta la penisola infatti, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi di contagio da morbillo a fronte delle 844 persone colpite dalla patologia nell’anno precedente e degli appena 220 casi dei primi tre mesi del 2016: un aumento di oltre il 230% collegato alla crescente e immotivata paura dei vaccini alimentata da anni di disinformazione, bufale e complottismo, “sebbene – conferma Palermo – la correlazione fra vaccino e autismo sia stata smentita scientificamente».

 

 

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