18.30. Hanno votato diciotto consiglieri, numero insufficiente per garantire il numero legale, la seduta decade ed è aggiornata domani. Abbiamo scherzato.

18.19 Ricomincia la votazione con chiamata nominale. A quest’ora, dopo oltre cinque ore di seduta, i nomi dei consiglieri assomiglia sempre più alla litania dei santi pronunciata dal prete in solennità

18.16. Mentre si attendono le schede per la seconda votazione, in aula si registra una tensione immotivata: ogni tanto si alza qualche voce e qualcuno accenna atteggiamenti che vorrebbero essere minacciosi. Vorrebbero.

18.11 Esito della votazione: Pierluigi Parisi 18, Pippo De Leo 7, Donatella Sindoni 5, schede bianche 3, il numero dei voti non è sufficiente a raggiungere la maggioranza assoluta (27 voti), si rifà tutto daccapo, a maggioranza semplice. 

18.08 Testa a testa tra Pierluigi Parisi, Pippo De Leo, con Donatella Sindoni outsider

18.06. In qualche modo si è arrivato a ventuno voti, il minimo indispensabile perchè la votazione sia valida. Inizia il conteggio.

17.54 Consiglieri escono ed entrano alla spicciolata. Nicola Cucinotta battibecca col segretario generale. Dei consiglieri, di seduti ce ne saranno due o tre, il resto si aggirano per l’aula. Che più che un’aula assomiglia ad un pascolo

17.47 Nel frattempo, ad un conteggio ufficioso, di consiglieri in aula ne risultano venti: non c’è il numero legale. Si inizia comunque a votare. Ogni consigliere è chiamato ad esprimere due preferenze

17.40 Riprendono i lavori, coi fuochi d’artificio. Emilia Barrile mette in discussione la delibera di voto dei suoi due vice, Interdonato “batte a coppe” sulla delibera di dimissioni da riproporre, Antonio Le Donne sbotta e si altera, intimando a Nino Interdonato di “non mettergli in bocca parole che non ha mai pronunciato”. I consiglieri di Sicilia Futura escono dall’aula, con Nino Carreri che preannuncia ricorso verso ogni atto che sarà votato “prima che si sciolga questo nodo”. Nodo che poteva essere sciolto venti giorni fa, ma che si è preferito ignorare.

17.30 Ovviamente, i cinque minuti si sono moltiplicati. Nel frattempo, il totonomi: fomentata da un paio di colleghi, Donatella Sindoni se “candidata” non si tirerebbe indietro, aprendo un fronte mica male. Tra i nomi è spuntato a sorpresa anche quello di Pierluigi Parisi, di Forza Italia. L’impressione, però, è che non ci sia alcuna convergenza. E che oggi non si voterà.

17.10 Puntuale come la morte e le tasse, arriva un’altra sospensione “Per cinque minuti”, coi capigruppo al tavolo della presidenza. Significa che non si riprenderà prima di un quarto d’ora.

17.06 Interviene Nino Carreri, sempre sulla stessa delibera, invitando a metterla ai voti e accusando Emilia Barrile di essere in sostanza un’accorintiana. La seduta è iniziata ufficialmente alle 13. Dopo quattro ore ancora dell’ordine del giorno, e cioè l’elezione dei vicepresidenti del Consiglio, non se ne è ancora parlato manco di striscio.

17.01 Tocca a Donatella Sindoni. La sua, ovviamente, è un’autodifesa. Anzi, un attacco. Contro Le Donne. La Sindoni spiega di aver denunciato un abuso d’ufficio, e chiama Le Donne “segretario generale slash direttore generale”, ironizzando sul suo doppio ruolo. Poi il contrattacco: “Se è tanto sicuro, metta in discussione la delibera di decadenza della consigliera Sindoni”, urla, parlando di se in terza persona tipo Giulio Cesare.

16.57 Forse è necessario un passo indietro. Donatella Sindoni è stata dichiarata ineleggibile e quindi decaduta da una sentenza del tribunale, contro la quale ha proceduto ad appello. L’appello sospende l’esecutività della sentenza, ma c’è una scuola di pensiero che sostiene che ad essere sospesi sono gli effetti, non la sentenza stessa. Nel frattempo, è arrivato un parere della Regione che grossomodo spiega la stessa cos: ineleggibilità e decadenza. Preso atto  della sentenza e del parere, la segreteria generale ha predisposto la presa d’atto della decadenza della consigliera. Un atto simile era stato votato (e bocciato) ad agosto, prima però della sentenza e del parere della Regione. 

16.52 Il segretario generale Antonio Le Donne si frega le mani, pronto alla risposta. “Quello che avevo da dire l’ho già detto. C’è una sequenza ininterrotta di atti e fatti che si è trasformato in una proposta di delibera (quella sulla decadenza della consigliera Sindoni, ndr), quest’ufficio predispone la delibera, poi è un atto politico, quindi a presentarla dev’essere un consigliere”. Le Donne ribadisce il suo parere favorevole all’impianto complessivo della delibera.

 

16.40 Ricomincia la seduta. Riprende la parola Nino Interdonato, che ribadisce quanto detto prima. Si accoda Nicola Crisafi, e chiede pressochè la stessa cosa. Nel turbinio di dimissioni delle due scorse settimane, ci sono state anche quelle di un paio di presidenze di commissione. Daniela Faranda, per esempio, ma anche Rita La Paglia e Mariella Perrone. In qualche maniera, Crisafi fa risalire queste decisioni alla ormai fondamentale “delibera Sindoni”. Che all’epoca il consiglio si era guardato bene dal votare, facendo cadere il numero legale il primo giorno, e ritirandola il secondo.

 

E’ un caos. E una battaglia. E non poteva essere altrimenti. La seduta di consiglio comunale sulla nomina dei due vicepresidenti in sostituzione di Nino Interdonato e Nicola Crisafi è iniziata sotto il peggiore degli auspici: all’una mancava il numero legale, alle due si è discusso per venti minuti, poi una sospensione “tecnica”, altri cinque minuti e sospensione per un’altra ora.

Il motivo del contendere? La presenza in aula di Donatella Sindoni, consigliere da un mese “sub judice”. La delibera di presa d’atto della sua decadenza era stata presentata e poi ritirata proprio da Interdonato, ed era stato uno dei motivi (il principale) delle sue dimissioni. Oggi, all’inizio dei lavori, il fantasma di quella delibera è riapparso in aula: “Siamo sicuri che tutti possano essere eletti all’ufficio di presidenza?”, ha domandato Interdonato, guardando verso Donatella Sindoni. “Se quella delibera andava bene, perchè nessuno dei colleghi l’ha riproposta?”.

Domanda, quella di Interdonato, che si è persa nei meandri dei tecnicismi d’aula: manca il segretario generale, il cui parere (già espresso nella seduta d’aula in cui la delibera sulla decadenza è stata ritirata) i consiglieri vogliono che sia ribadito. Ovviamente, non sono mancati i momenti di ilarità: secondo Libero Gioveni andava messa in discussione la delibera sulla Tari (la tassa sui rifiuti), posizione che Nino Carreri ha stroncato ricordando il motivo per il quale il consiglio oggi è riunito. Nel frattempo, Nicola Cucinotta ha dichiarato urbi et orbi che rinuncerà al suo gettone di presenza.

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