Se c’è un attore il cui volto è facilmente riconoscibile e la cui parlata è inconfondibile, questo è Gaetano Cisco in arte Tano Cimarosa.

La sua storia d’attore è un vero museo del cinema. Figura popolare, semplice e spontanea, Tano Cimarosa è nato e cresciuto a Messina. Fino agli anni cinquanta del XX secolo era noto in città come costruttore di Pupi e Puparo teatrante. Una volta trasferitosi a Roma ha avviato quella che sarà una grande carriera di attore, recitando praticamente qualsiasi parte: ruoli drammatici e comici, farseschi e tragici. Spesso ha interpretato i tratti del siciliano istintivo o geloso e sanguigno, moro, con gli immancabili baffi e il forte accento siciliano.
Al suo fianco tutti i più famosi attori della commedia all’italiana. Nelle pellicole più note, troviamo Cimarosa affiancato da Alberto Sordi, , Massimo Girotti, Vittorio Gassman, Gerard Depardieu e poi ancora Leopoldo Trieste, Lando Buzzanca, Giuliano Gemma, Ornella Muti, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Lino Banfi, Johnny Dorelli, Aldo Giuffrè, Mario Carotenuto, Eleonora Giorgi, Sergio Castellitto. Nella sua interminabile carriera è stato diretto da registi come Giuseppe Tornatore (in Nuovo Cinema Paradiso e nell’Uomo delle stelle), Damiano Damiani in numerose pellicole (bisogna necessariamente menzionare il suo indimenticabile Zecchinetta nel Giorno della Civetta), Marco Risi (Ragazzi Fuori), Nanny Loy, Ettore Scola, Franco Busati

Nel 2002, appare nel ruolo di un pensionato nel bellissimo e pluripremiato Due amici, dei registi messinesi Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Negli ultimi anni della sua vita è poi tornato alla tv in alcuni sceneggiati RAI e Mediaset, tra i quali Don Matteo, nel ruolo di zio Carmelo, parente del maresciallo Cecchini (Nino Frassica).

In sintesi, Tano Cimarosa ha rappresentato nel cinema la Sicilia, durante quei magici cinquant’anni di cinematografia che ha fatto grande il nostro paese nel mondo.

Ricoverato in una struttura del Lazio, sentendosi vicino alla fine dei suoi giorni, espresse un ultimo desiderio: poter morire a Messina. Ospite d’eccezione di Casa Serena, il 24 maggio 2008 morì serenamente nella stessa città dove era nato 86 anni prima, come il suo cuore aveva desiderato.
Purtroppo, solo dopo quasi nove anni dalla sua morte, a seguito di una querelle burocratica e politica, grazie anche all’intervento dell’amministrazione comunale, nel 2016 Tano Cimarosa riceve finalmente degna sepoltura nel Cimitero Monumentale, nella sezione degli uomini illustri. L’iscrizione sulla sua lapide ci ricorda la missione più difficile della vita di Tano: portare il sorriso all’Italia stremata dal secondo conflitto mondiale. Missione che, possiamo asserire, è perfettamente riuscita.

La città di Messina oggi lo ricorda con l’intitolazione del teatro interno a Casa Serena ma, probabilmente, provando a mantenere viva con stentata memoria una strepitosa carriera cinematografica la città di Messina potrebbe fare di più, magari cominciare dedicandogli qualche area del Pala Cultura Antonello e qualche strada o piazza. Un modo anche per omaggiare chi, come ad esempio il già citato nostro concittadino Nino Frassica sta facendo tanto bene nel cinema e alla televisione da oltre cinquantanni.

Qui il trailer di 10 minuti di un documentario a lui dedicato di Nicola Palmieri.




Lapide sulla tomba di Tano Cimarosa, ecco il video che racconta questa iniziativa.




FiGi