MESSINA. Non è minimamente possibile permettere ad un senatore della Repubblica (sia esso Matteo Salvini o un qualunque altro leader politico) di organizzare e di vedersi autorizzare un comizio che generi assembramenti “gratuiti” sia di sostenitori che di contestatori (entrambi ampiamente prevedibili con abbondante anticipo)”. Così ha commentato due giorni fa su Facebook il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Alessio Villarosa, il tour in Sicilia del leader del Carroccio, chiamando anche in causa il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi.

“Ritengo che quello che i cittadini di Barcellona e di Milazzo abbiano vissuto ed assistito giorno 12 giugno sia stato un cattivo esempio di Stato e un cattivo esempio di civilità – continua l’esponente del Movimento 5 Stelle – In uno Stato in cui, per colpa di un virus che si trasmette attraverso le vie aree, viene imposto a tutte le aziende di rispettare e soprattutto di far rispettare le distanze sociali (facendogli possibilmente perdere anche introiti) e viene imposto ai cittadini (solo ed esclusivamente per la loro sicurezza sanitaria e sociale) di evitare assolutamente gli assembramenti perché questi possono aiutare e provocare nuove diffusioni del virus, nuovi focolai e quindi far ripiombare il paese in un nuovo lockdown”.

“Per tutto questo, stamattina (il post è stato pubblicato il 16 giugno, ndr) ho deciso di chiedere ufficialmente a sua Eccellenza il Prefetto di Messina spiegazioni per capire chi, come, quando e perchè sia stato permesso tutto ciò – conclude Villarosa – Lo Stato (in tutte le sue forme dalla maggioranza all’opposizione) deve assolutamente dare l’esempio”.

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