MESSINA. A causa del provvedimento del rettore Salvatore Cuzzocrea che ha sospeso le attività dell’Università di Messina fino al 9 marzoi, esami esclusi, verranno posticipati a data da destinarsi la serie di incontri pubblici che si terranno con cadenza mensile all’Università per riflettere su nodi cruciali della realtà che ci circonda, riguardanti la religione, l’etica, la politica e la vita civile in genere. A distanza di sei anni dal suo esordio, torna il “Cortile dei Gentili”, iniziativa promossa dall’allora direttore della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina Sergio Todesco, che insieme a Giuseppe Campione e Mario Trimarchi ha deciso di riesumare quell’esperienza sperimentata per due anni con il coinvolgimento di studiosi, intellettuali e operatori culturali di diversa estrazione e orientamento.

Ecco di cosa si tratta nelle parole dell’antropologo.

«Nel secondo tempio di Gerusalemme – spiega l’antropologo – quello che era stato costruito dopo l’esilio, oltre alle zone riservate ai membri del popolo d’Israele esisteva un’area entro la quale tutti potevano entrare, giudei e non giudei, circoncisi e incirconcisi, membri o no del popolo eletto. Qui si radunavano quanti erano disposti ad ascoltare le domande della gente su Dio, e a rispondere in uno scambio rispettoso delle opinioni altrui. Questo era il cortile dei gentili o pagani, in latino l’atrium gentium, uno spazio che a tutti era lecito attraversare e nel quale tutti potevano dimorare, senza distinzioni di cultura, lingua o religione, un luogo insomma di incontro e di diversità. Anche oggi – prosegue – è necessario avviare un’iniziativa incentrata sull’incontro e sul dialogo, un luogo aperto alla società, alla modernità e alle diverse voci che l’attraversano. Si intende quindi proporre uno spazio a disposizione della città per riflettere su nodi cruciali della realtà che ci circonda, riguardanti la religione, l’etica, la politica, la vita civile in genere, intesa tanto in senso comunitario quanto nel senso delle esistenze dei singoli, quotidianamente messe in crisi e interpellate dalle sfide complesse che i tempi attuali ci pongono dinanzi».

«Perché la comunità messinese possa provarsi a costruire tale identità – spiega ancora Todesco – occorre forse riscoprire la pratica e il gusto dell’agorà, di un luogo in cui sia possibile porre sul tappeto i nodi critici irrisolti di un angolo di mondo sempre più, nel corso degli ultimi decenni, divenuto marginale e ininfluente, ad onta di un passato importante la cui memoria è venuta progressivamente sbiadendosi. Si ritiene che in tale libera circolazione di idee e nel rapporto dialettico che essa produce consista l’essenza della democrazia e dunque della vera cultura (non la cultivatio animi costruita sui libri bensì l’esperienza e l’accettazione delle molteplici storie altrui che rende possibile vivere da donne e uomini liberi la grande storia della propria vita)»

L’iniziativa, già sperimentata qualche anno fa presso la Biblioteca Regionale e oggi promossa da tre cittadini (Giuseppe Campione, Sergio Todesco, Mario Trimarchi), viene portata a conoscenza dell’intera comunità, invitando alla partecipazione attiva quanti ne avvertano l’interesse.

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