MESSINA. Il brutalismo lascia posto al…razionalismo. La gettata di cemento di diversi centimetri più alta del pavimento originale che, qualche mese fa, a inizio dicembre in una notte è apparsa nello spazio davanti ad un fruttivendolo sotto i portici di piazza del Popolo (in maniera da pareggiare il livello con quello del cordolo del marciapiede, ed eliminare i due scalini tra strada e pavimento), una settimana fa è stata ricoperta di piastrelle in cementina, rendendola, se non altro, più gradevole agli occhi e più “funzionale”, con due scivoli che congiungono il piano del marciapiede con quello del pavimento dei portici.

A dicembre, la questione aveva sollevato parecchie domande, in primis quella di Francesco Quero, presidente della quarta circoscrizione, con una email indirizzata alla sezione Tutela del territorio dei Vigili urbani, alla Soprintendenza ed all’assessorato alle politiche del Territorio, per sapere se i lavori fossero autorizzati, e chi li avesse autorizzati. Lo stesso ha fatto Sergio De Cola, assessore al Territorio, che ha chiesto l’intervento di Vigili urbani per un controllo alle opere in via di realizzazione.

Oggi, dopo quattro mesi e diversi sopralluoghi da parte dei vigili, si scopre che l’area, ed il resto del portico all’angolo tra via Porta imperiale e piazza del Popolo, è privata. I lavori erano stati eseguiti dal negoziante senza permessi (che il Comune non aveva rilasciato), ma con il consenso della proprietaria. Sia il portico che l’area sottostante, ricadono quindi in zona A1 del piano regolatore, quindi tutti i lavori necessitano di autorizzazione da parte della soprintendenza, secondo i vigili.

Il soprintendente Orazio Micali al riguardo è lapidario: “A noi non è stato sottoposto alcun progetto, e se fosse arrivato ovviamente avremmo dato un secco diniego ai lavori“.

Ad onor del vero, anche prima della gettata di cemento, la superficie del portico davanti al negozio era completamente rovinata, piena di buche e senza rivestimento di piastrelle. La soluzione è stata… drastica: prima la gettata di cemento, poi la piastrellatura, con mattonelle simili a quelle del resto del portico: tutti lavori che nessuno, tra Comune e Soprintendenza, sostiene di aver autorizzato.

 

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