MESSINA. “Non è stata diagnosticata alcuna patologia respiratoria correlata all’esposizione a inquinanti ambientali”: secondo l’Asp, nelle baracche di Messina non esistono malati di infezioni polmonari. Circostanza sulla quale il sindaco Cateno De Luca, un anno fa, aveva fatto leva per la richiesta di stato di emergenza (poi bocciato) al governo. E’ quanto emerge da una relazione dell’azienda sanitaria.

Tutto nasce con l’ordinanza sindacale del 7 settembre 2018, con cui De Luca aveva chiesto verifiche “in merito all’accertamento delle condizioni di rischio sanitario degli ambienti di vita della popolazione insediata nei sette ambiti oggetto di risanamento, con riferimento agli effetti sanitari dei fattori inquinanti ambientali e la necessità di effettuare degli screening medico-sanitari degli abitanti a seguito dell’accertato caso di asbestosi”.

A incaricarsi delle analisi è stata, tra ottobre e dicembre del 2018, l’Asp di Messina. E l’azienda sanitaria, con l’ausilio di 59 medici di medicina generale, ha proceduto ad esaminare 1202 potenziali pazienti, con visite pneumologiche e relativo esame spirometrico. Il risultato? Nessuna correlazione tra ambiente e malattie specifiche. Anzi, nessuna malattia proprio. “Non è stata diagnosticata alcuna patologia respiratoria correlata all’esposizione a inquinanti ambientali”. L’attività di screening sanitario delle patologie respiratorie è stata effettuata sulla popolazione residente nei sette ambiti di risanamento, in cui molte delle case hanno tetti in eternit. Nonostante questo, non è stata registrata nessuna correlazione.

A settembre 2018, qualche giorno prima dei controlli dell?Asp che hanno dato esito negativo, De Luca aveva postato sulla sua pagina Facebook un certificato medico che attestava la patologia che affligge uno degli sventurati abitanti della baraccopoli: asbestosi con disventilazione polmonare, una malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di amianto, del quale le coperture in eternit delle baracche sono ricche. Malattia che due mesi dopo l’Asp avrebbe spiegato non avere alcuna attinenza con l’ambiente insalubre della baracca.

 

Al tavolo tecnico di settembre 2018 era presente anche l’Arpa, agenzia regionale di protezione dell’ambiente, incaricata di monitoraggio dell’aria e verifica delle fibre di amianto durante gli interventi di demolizione delle baracche. L’Arpa, però, non ha potuto analizzare alcunchè: perchè di baracche non ne sono state demolite. “Tale attività verrà messa in atto quando questa struttura, in accordo con le strutture sanitarie coinvolte, riceverà tutta la documentazione riguardante i piani di attività e piani di lavoro predisposti dall’azienda incaricata della bonifica, inerenti la messa in sicurezza e bonifica dei vari ambiti di territori interessati prima durante e dopo le fasi di attuazione dei processi di demolizione e bonifica”. Documentazione che non è mai arrivata.

Le uniche analisi effettuate, a Camaro san Paolo, nella zona del ponte della ferrovia, unica sottoposta a demolizione parziale, sono state invalidate da un malfunzionamento degli strumenti, spiegano dall’Arpa. “Nelle more si rimaneva in attesa di un piano di lavoro riguardante la demolizione di fabbricati la messa in sicurezza dell’area, che non è stata portata a compimento per problemi noti all’amministrazione comunale, e pertanto l’attività è stata rinviata tale fase operativa”, conclude una nota dell’agenzia della protezione per l’ambiente.

Su entrambi gli episodi, Cambiamo Messina dal basso è stata molto dura col sindaco Cateno De Luca: “Il battage propagandistico di Comune e Regione dello scorso anno, che avrebbe dovuto portare alla dichiarazione dello stato d’emergenza proprio sulla base delle indagini di Asp ed Arpa, si è rivelato un altro bluff, l’ennesimo, giocato sulla pelle degli abitanti delle aree oggetto di risanamento. Oggi, l’allarme leishmaniosi lanciato dal sindaco, senza alcun supporto sanitario e documentale, e le strumentalizzazioni politiche per la mancata approvazione dell’emendamento per dare ulteriori poteri di deroga al sindaco, oltre quelli già previsti dalla legge, nell’assegnazione di nuove abitazioni, evidenziano che il vizio di speculare sul tema del risanamento è duro a morire. Cambiamo Messina dal Basso chiede con forza al Sindaco De Luca di occuparsi in maniera seria, se ne è in grado, della piaga del risanamento di Messina, senza i soliti coupes de theatre e le solite scadenze puntualmente disattese. Se intende veramente dare subito un tetto dignitoso alle famiglie che abitano da anni in tuguri, requisisca le abitazioni che servono, se ha il coraggio. In caso contrario, non cerchi strumentali scorciatoie, ma lavori in silenzio e con il rispetto che questi cittadini e la città di Messina meritano, senza millantare scadenze vicine che non potranno mai essere rispettate”.

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