MESSINA. Di nuovo sigilli al lido La Punta di Capo Peloro, uno dei capisaldi della movida messinese. Non è che l’ultimo capitolo di una storia travagliata che parte poco più di un mese fa con un’ordinanza di cessazione immediata delle attività del lido, per “autorizzazioni non valide”, poi i sigilli, prima apposti e poi tolti nel giro di qualche giorno dopo il ricorso al Tar, quindi la sospensiva rigettata dal tribunale amministrativo sugli effetti dell’ordinanza. Risultato? Il lido La Punta è costretto alla chiusura. Almeno finché non si esprimerà il Cga, secondo grado della giustizia amministrativa, al quale i gestori si sono appellati.

La decisione che mette i sigilli alla meta della movida messinese che si sposta sotto il Pilone, l’ha presa il Tar di Catania, nel collegio presieduto da Pancrazio Maria Savasta e formato dalla relatrice Maria Stella Boscarino e dal consigliere Giuseppa Leggio, che nell’udienza del 19 luglio hanno di fatto sancito lo stop alle attività estive del lido, riportando tutto alla prima ordinanza di cessazione attività emenata dal Comune il 21 giugno. 

I giudici amministrativi hanno ritenuto “l’insussistenza dei presupposti per la concessione della misura cautelare chiesta”, e hanno rigettato la domanda di sospensione presentata dai gestori. La controparte era rappresentata dal Comune di Messina, dalla ditta La Punta Sas e dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente. L’udienza di merito, per stabilire chi ha definitivamente ragione nell’intricata vicenda, è quindi spostata a settembre, mese in cui le attività tipiche di un lido sono agli sgoccioli.

Perché la vicenda è intricata? In breve, dell’area in cui sorge il lido La Punta, la concessione è detenuta fino al 2020 dalla società La Punta Sas, che l’ha affidata in gestione alla società Punta Peloro srl. Ad aprile, l’assessorato regionale al Territorio, tramite il demanio marittimo, ha scritto che “non risultano richieste amministrative per la gestione del lido”, il Comune ha preso atto, ed ha imposto la cessazione delle attività alla Punta Peloro srl, mettendo i sigilli. La società, convinta delle sue ragioni, ha proposto ricorso al Tar, (chiedendo nel frattempo la sospensiva sugli effetti dell’ordinanza) ed il lido ha riaperto i battenti in attesa della pronuncia. Il Tar, però, ha rigettato la richiesta, ed il Comune è tornato per apporre i sigilli. Punta Peloro, adesso, si rivolge al Cga.

Un’ordinanza, quella con cui i giudici amministrativi rigettano la sospensione, di diverso tenore da un’altra sentenza, stavolta della sezione penale del tribunale di Messina, che ad aprile aveva archiviato un procedimento penale ai danni della Punta Peloro srl, assolvendo l’amministratore della società dall’ipotesi di aver occupato abusivamente l’area, e rimandando alla sede civilistica le dispute tra Punta Peloro e Punta Sas, società che detiene la concessione dell’area.

In che tempi si risolverà la questione? Molto lunghi. La decisione del Cga sulla rimozione dei sigilli in attesa della discussione nel merito del ricorso, invece, potrebbe arrivare tra qualche giorno, in virtù dell’urgenza determinata dal fatto che, in quanto attività stagionale, Punta Peloro non potrebbe attendere che le udienze riprendano a settembre (ad agosto i tribunali sospendono le udienze) per avere risposta.

 

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