MESSINA. Si continua a dibattere sullo “sciopero della fame” di Cateno De Luca e sulla questione ex province. Dopo la “vittoria” annunciata dal primo cittadino, con tanto di post trionfante su Facebook, arriva il commento degli attivisti di MessinAccomuna, che parlano di “sceneggiata da operetta”, puntando il dito contro l’ultima eclatante protesta del sindaco e la consegna della fascia in occasione della marcia del primo maggio.

«Eccoci – si legge nella nota – all’ultimo (temiamo non definitivo) atto della farsa-De Luca. Il “digiuno” di un novello Ghandi che sfida l’impero. Peccato che la recita puzzi di sceneggiata da avanspettacolo: il suo figlioccio politico Lo Giudice aveva già calendarizzato un ordine del giorno che impegnasse il Governo a destinare 350 milioni alle ex-provincie per evitarne il dissesto finanziario (gli argomenti in ARS non sono posti in discussione dall’oggi al domani), con assicurazioni che sarebbe stato approvato. Cosa di meglio che annunciare il giorno prima uno “sciopero della fame”, fare un brevissimo digiuno – magari suggerito da qualche esperto dietologo – e selfiezzarsi su FB con le dita a V per auto-decantare la inesistente “grande vittoria”? Uno che il Sindaco “lo sa fare” sa benissimo che un indirizzo dell’Assemblea è ben lontano dall’essere moneta sonante, per un atto che peraltro investe la competenza del Governo nazionale e magari il placet di Bruxelles (visto che si tratta di fondi europei per natura propria destinati alle politiche di Sviluppo e Coesione), siamo davvero all’operetta».

«La farsa sul “sindaco-non-sindaco” metropolitano – prosegue il comunicato – inizia col rifiuto di indire i comizi elettorali (che è costato un commissariamento con relative spese), e prosegue con le ennesime “dimissioni” (ne abbiamo perso il conto). Una baggianata sulla quale fa immediata retromarcia, barattandolo con la “consegna della fascia” in Prefettura. Il deposito di qualunque segno pubblico, per essere una cosa seria, richiede un “verbale di consegna”, con l’assunzione di custodia da parte dell’istituzione che la riceve. MessinAccomuna ha chiesto alla Prefettura di conoscere le modalità formali in cui tale ipotetica “consegna” abbia avuto luogo. Ecco la risposta: “…non esistono agli atti di questa Prefettura verbali e/o documenti in merito alla consegna della predetta fascia (…), si rappresenta che la fascia è stata prontamente restituita, in data 3 maggio 2019, nelle mani del Vice Segretario Generale della Città Metropolitana di Messina”. La Prefettura certifica che De Luca ha messo su una recita mortificante per le istituzioni che (malissimamente) rappresenta. Ieri, ultimo (purtroppo probabilmente non definitivo) atto: la recita del digiuno».

«Sceneggiate da operetta. E intanto – si legge ancora – il risanamento finanziario langue (ma non si doveva dimettere De Luca se non avesse concluso le transazioni sui debiti entro aprile?), mentre quello edilizio si realizza con gli atti posti in essere dall’Amministrazione Accorinti (altro che 120 milioni!) e l’Arisme non batte un chiodo di suo (a proposito …e la farsa delle dimissioni di ottobre-dicembre?). Anche i cantieri che si aprono sono stati lungamente preparati (e finanziati) dall’Amministrazione precedente. Mentre lo sfascio del trasporto pubblico locale e il “limbo” in cui è stata precipitata l’ATM sono tutta farina del sacco di De Luca. E aspettiamo ancora di vedere ridotti da 22 a 4 i dirigenti del Comune (il “primissimo provvedimento” solennemente promesso da De Luca in campagna elettorale), per non parlare del tram volante e del casinò a Palazzo Zanca. Commedia, farsa, operetta. Basta con l’avanspettacolo. Messina ha bisogno di un sindaco che lavori per la città, che rispetti i suoi interlocutori (cittadini, lavoratori, sindacati, associazioni, avversari politici), che la finisca con una campagna elettorale permanente, che il sindaco “lo sappia fare”, ma per davvero, con dedizione e umiltà», concludono gli attivisti.

 

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