MESSINA. Non si fa attendere la risposta di Nino Principato ai 10 consiglieri comunali che in una nota urgente inviata al presidente Claudio Cardile (e per conoscenza al sindaco Cateno De Lucahanno chiesto la rimozione del consigliere del Cda dell’Ente Teatro, il quale aveva criticato aspramente l’Aula per la scelta di intitolare una via cittadina ai “Costruttori di Pace, di Giustizia e di non violenza”.

Di seguito la replica di Principato:

«Carissimi Consiglieri Alessandro Russo (primo firmatario), Gaetano Gennaro, Massimo Rizzo, Andrea Argento, Alessandro De Leo, Cristina Cannistrà, Paolo Mangano, Giuseppe Fusco, Salvatore Sorbello, Benedetto Vaccarino, permettetemi di rivolgervi alcune, doverose precisazioni:

– Il tratto di strada antistante la facciata del Palazzo Municipale ha ufficialmente, da sempre, il toponimo “Via Argentieri” (vi allego alcune pagine dello “Stradario Storico della Città di Messina” scritto da Pietro Bruno, allora direttore dell’Archivio Storico Comunale e Carmelo M. Ardizzone e pubblicato nel 1963, punto di riferimento fondamentale per la toponomastica messinese. Ma potrei farlo anche con le decine di stradari dagli anni ’20 agli anni ’60, alcuni stampati proprio dall’Ufficio Toponomastica del Comune dove è riportato il toponimo “Via Argentieri” nel tratto davanti al Municipio).

– Nel “Regolamento del Comune di Messina per la Toponomastica” approvato con deliberazione Consiliare del 2/2/1996 n. 11/C, all’articolo 4 c’è scritto: “Compiti della Commissione 2) la sostituzione, in casi eccezionali, dei toponimi già esistenti”. È scritto chiaramente, “in casi eccezionali” e non mi sembra che rientri in questa fattispecie la nuova via proposta “Costruttori di Pace, di Giustizia e non violenza” per sostituire la storica via Argentieri. Questo dovreste saperlo, rientra nei vostri compiti di Consiglieri Comunali.

– Nella nota urgente i Consiglieri concludono scrivendo: “si chiede alla S.S. di difendere l’onorabilità del Civico Consesso e della sua autonomia politica, messa al pubblico ludibrio dal componente del C.d.A. Principato […]”: peccato che a mettermi al pubblico ludibrio sia stato proprio un consigliere comunale, Alessandro Russo (primo firmatario) che mi ha definito cafone e neofascista!».

 

 

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