MESSINA. Non ci sarà correlazione tra l’abitare in una baraccopoli e contrarre malattie respiratorie, come ha sancito l’Asp in una relazione, nè meno che mai ci si ammala di leishmaniosi, ma vivere in baracca accorcia la vita. Lo dicono i numeri.

Esiste un documento al cui interno si traggono conclusioni, basate su numeri, dati e sulla loro analisi, che fa emergere in maniera piuttosto preoccupante un trend abbastanza immaginabile, ma che nessuno finora aveva studiato con l’attenzione del caso. E la sua attendibilità è data dal fatto di essere il rapporto di valutazione dell’unico progetto di sbaraccamento e risanamanto (ambientale e umano) che da trent’anni a questa parte, da quando cioè si è iniziato a parlare di porre fino allo scempio delle baraccopoli messinesi, ha dimostrato di aver funzionato: il progetto Capacity.

Il documento porta la firma di Liliana Leone, presidente del Cevas, un centro di ricerca e valutazione di Roma che ha “dato i voti” agli impatti sociali del progetto. Nel farlo, ha analizzato anche la questione sanitaria e il “gap di salute”, con approfondimento sulla vita media a Fondo Fucile e Fondo Saccà. E quello che ne è venuto fuori è stato allarmante.

La popolazione che vive nelle baraccopoli di fondo Saccà e fondo Fucile, vive mediamente 7 anni di meno rispetto agli abitanti delle altre zone della città: nel corso degli ultimi trent’anni, la vita media degli abitanti di delle baracche dei due ambiti di risanamento è stata di 69,7 anni contro i 77 anni della vita media degli abitanti di tutte le altre zone di Messina.

(fonte report di Valutazione intermedia degli impatti sociali del progetto Capacity su dati del Comune di Messina) 

 

Entrando più nel dettaglio, si scopre che un terzo degli abitanti delle due baraccopoli è morto nel periodo preso in esame prima dei 65 anni  e il 3,7% dei decessi è avvenuto nel corso del primi mesi o primo giorno di vita (la mortalità perinatale è il quadruplo rispetto al resto della città di Messina). “Le differenze dei decessi nelle diverse classi di età sono statisticamente significative“, spiega il documento, “si tratta di un dato assai preoccupante se si pensa che in Italia nel 2017 nella popolazione sotto il primo anno vi sono stati 0,852 decessi su 100 sopravviventi e a Messina provincia nel 1992 primo anno disponibile 0,992 su 100”.

Secondo lo studio, “Esiste una differenza statisticamente significativa tra le due zone per ciascuno degli intervalli con una probabilità sistematicamente più elevata di decessi nelle due baraccopoli. La linea a segmenti del grafico indica la probabilità di sopravvivenza in funzione del tempo”. In sostanza, la probabilità di arrivare a 60 anni nelle baracche è pari all’69% mentre nel resto della città dell’85%.”

Il grafico illustra la funzione di sopravvivenza, e cioè l’andamento dei decessi con intervalli quinquennali, nelle due aree oggetto di indagine: l’area di Fondo Saccà e Fondo Fucile e il resto della città (periodo 1990-2018 Metodo Kaplan-Meier).

Come si è arrivati a questi risultati? La metodologia d’indagine ha considerato i decessi a partire dal 1990, periodo in cui l’Anagrafe ha iniziato a mappare con più precisione le zone di Fondo Fucile interessate alla sperimentazione di Capacity. Il campione statistico è stato “depurato” dai trasferimenti all’estero o in altra città (“la mobilità interna tra diverse aree della città è viceversa molto moderata e quindi è probabile che le persone abbiamo vissuto molti anni o tutta la vita a Fondo Saccà o Fondo Fucile“, sottolinea lo studio). Quindi è stato estratto un sottocampione composto dalle sole persone residenti nelle vie interessate alle azioni di riqualificazione urbana del progetto Capacity.

In tal modo il campione della popolazione residente Fondo Fucile è stato notevolmente ridotto ma ciò ha consentito di selezionare i soli abitanti dell’area della baraccopoli escludendo coloro che hanno vissuto in zone limitrofe più salubri di Fondo Fucile, in palazzine e non in baracche con coperture di amianto. Per quanto riguarda Fondo Saccà è stata selezionata la zona denominata Cannamele che corrisponde all’area di sbaraccamento. Sventurati che sanno già di avere una forte probabilità di vivere sette anni in meno dei loro concittadini.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments