MESSINA. “Non esiste nessuna relazione, e L’Asp non ha inviato niente a nessuno”. Paolo La Paglia, direttore generale dell’Asp di Messina entra a gamba tesa nella questione baracche, e mette i puntini sulle “i” sull’esistenza di un documento dell’azienda sanitaria che metterebbe in correlazione i 47 malati terminali con la permanenza in baracca, “equivoco” che ha provocato anche un’interrogazione parlamentare da parte di Matilde Siracusano di Forza Italia.

“Esistono casi di persone malate che usufruiscono di assistenza domiciliare. Abbiamo persone seguite a casa, alla stessa stregua di persone che abitano in qualunque altra zona della città”, spiega La Paglia. “Intendiamoci – precisa – il sindaco ha ragione nel porsi il problema, ma in maniera corretta: per questo, di comune accordo, abbiamo deciso di fare le verifiche adeguate con una commissione”.

De Luca, insieme a La Paglia, ha disposto “un’urgente verifica delle condizioni igienico sanitarie dei luoghi dove insistono le baracche al fine di individuare i casi più critici che non consentono ulteriormente la permanenza in questi luoghi insalubri. La situazione è sempre più drammatica e ci sono casi di una gravità inaudita che non possono aspettare i tempi burocratici delle graduatorie”. Non è però esattamente così per La Paglia. “In questo momento non abbiamo dati per dire che ci siano incidenze di malattie superiori rispetto alle altre zone. Certamente – conclude il direttore dell’Asp – le condizioni di salubrità in baracca non ci sono, questo è innegabile”.

Chiamato in causa (sua è l’affermazione dei 47 malati terminali), Marcello Scurria, presidente di Arisme, chiarisce le sue parole: “Io non ho mai affermato nè che ci sia una relazione scritta, nè che esista correlazione. Io ho detto solo che ci sono malati gravi: non sappiamo nomi e cognomi, ma sappiamo dove vivono, e a questi vorremmo dare un alloggio prima degli altri”.

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