MESSINA. Continua a far discutere il “caso” delle 65000 mascherine chirurgiche fornite dalla ditta Toro.  Sulla questione, che ha fatto parecchio discutere nei giorni scorsi, è intervenuta l’Amministrazione comunale in una nota, spiegando come in origine fosse stato preventivato l’acquisto di uno stock complessivo di 500.000 dispositivi al costo di trecentomila euro più IVA: «Condizioni economiche più che vantaggiose, anche in considerazione del fatto che nel periodo in questione le mascherine avevano un prezzo di mercato più elevato. La fornitura delle 65.000 mascherine – si legge nel comunicato – viene così conclusa oggi (venerdì, ndr). La fornitura ha avuto un costo di €39.000,00 più Iva di cui il 65 % dell’importo è stato pagato in acconto e il rimanente 35% verrà pagato a saldo ad avvenuta consegna». «Con la recente pubblicazione del Decreto Rilancio – ha dichiarato l’assessore Massimiliano Minutoli – le prossime eventuali forniture risulteranno ancora più vantaggiose in quanto l’IVA sulle mascherine è stata azzerata. L’arrivo di oggi conclude questo primo approvvigionamento necessario ad affrontare le esigenze del Comune per i prossimi mesi».

Parole che tuttavia non hanno soddisfatto le richieste di chiarimenti dei consiglieri comunali, fra cui Alessandro Russo del Pd, autore di un’interrogazione in cui pone diversi quesiti relativi alla data di consegna, alle modalità di affidamento della gara (in maniera diretta a favore della Ditta Toro S.c.r.l., sulla suddivisione dell’appalto (pari a 300.000 euro) in più soluzioni tutte al di sotto di 40.000 euro, sul prosieguo dell’affidamento, sulla presenza di certificazioni sanitarie e sulla carenza di documentazione sulla sezione “trasparenza” del sito istituzionale del Comune di Messina. Fra le richieste del consigliere anche la possibilità di valutare “la revoca immediata e in autotutela del contratto stipulato con la ditta” “alla luce della incapacità a far fronte alla tempistica di consegna delle mascherine in emergenza sanitaria che aveva motivato l’affidamento diretto ma anche alla luce dei nuovi approvvigionamenti di mascherine che il Governo e la Regione Siciliana stanno provvedendo ad assicurare”.

A intervenire, dopo Russo, è stato anche il consigliere della Lega Giovanni Scavello, che scrive al Sindaco Cateno De Luca, all’Assessore alla Sanità Alessandra Calafiore e al Dirigente del Dipartimento Servizi Ambientali Francesco Aiello, chiedendo chiarimenti sui tempi di consegna, sull’opportunità di revoca dell’affidamento alla luce della violazione del termine di consegna e sulla verifica della regolarità della posizione fiscale e tributaria della società Toro srl alla data dell’affidamento.

A prendere posizione anche il M5s: «Per gli scriventi non è stato possibile visionare copia delle citate “richieste inoltrate a diversi fornitori”, del preventivo del 07 aprile, della “controproposta” e delle “ricerche di mercato anche per forniture numericamente importanti” che la determina asseriva come “allegate” ma che non lo erano per ciò che riguarda l’albo pretorio online del Comune di Messina”. «Alla luce di ciò – scrive Andrea Argento, primo firmatario dell’interrogazione – chiedo all’Amministrazione di sapere se la controproposta di cui la determina citata rappresenterebbe l’ordinativo del “primo lotto” sia vincolante per il Comune di Messina per le restanti 435.000 unità al fine di raggiungere la quota di 500.000 pezzi come da preventivo; se l’ordine prevedesse la consegna entro il 10 Aprile 2020 e se l’eventuale ritardo nella consegna possa essere motivo di rescissione dall’ordine per i lotti successivi o, in seconda istanza, di eventuale richiesta di risarcimento danni»,  prosegue il capogruppo, che chiede in via ufficiale di poter prendere visione della documentazione rilasciata dal legale rappresentante della ditta e una copia dei contratti stipulati dall’amministrazione dopo l’entrata in vigore del regolamento comunale antimafia.

 

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