MESSINA. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scritta da un lettore, lo studente Ninni Caprì, e firmata da altre 185 persone (compreso il consigliere comunale Alessandro Russo) che, in merito alle voci circolanti in questi giorni sulla vendita di droga presumibilmente trattata con sostanze chimiche, scrivono con l’obiettivo di salvaguardare la salute di cittadini e contrastare il narcotraffico: “non uccide la marijuana in sé (lo dicono medici e scienziati, non io), uccide tutto quello che le sta dietro: uccide la mafia che ne gestisce il traffico, uccide chi aggiunge tutti quegli additivi chimici lesivi e la immette in un mercato senza controlli”. La soluzione, che non è innovativa (come scrive lo stesso Caprì), è quella di legalizzare la marijuana per un suo “controllato e consapevole”.

Di seguito la lettera integrale con i nomi dei firmatari:

 

È fuori da ogni dubbio che viviamo in un Paese pieno di contraddizioni, ma è normale, è quello che succede quando ci si ostina a restare legati a dei modi di pensare e di fare vecchi e fuori dalle logiche del mondo.  Una di queste contraddizioni, tra le più assurde, è quella della marijuana, i motivi sono vari, ma non credo sia il caso di approfondirli tutti perché questa vuole essere una lettera, non un trattato.

Alla luce dei fatti accaduti negli ultimi giorni a Messina, però, sono convinto che se ne debba approfondire uno, secondo me il più importante, e per farlo sento il dovere, da bravo italiano, di appellarmi al passato. Nel 1995 (25 anni fa, non il mese scorso), Marco Pannella portò in diretta tv un regalo ad Alda D’Eusanio, aprendo la confezione, la giornalista trovò 200 grammi di hashish, al che, dopo un primo momento di imbarazzo, ha urlato ”QUESTO FA MALE! QUESTO E’ LA MORTE DEI RAGAZZI!”.  Fino ad una settimana fa guardavo quel video quando ero triste perché trovavo divertente quella reazione,  mi faceva ridere la faccia indignata di quella signora nel tenere in mano della droga, e ancora di più lo sguardo compiaciuto di un vecchietto, che potenzialmente sarebbe potuto essere mio nonno- anche se mio nonno non avrebbe mai fatto una cosa del genere, purtroppo.

Adesso riguardo quel video con estremo rancore, e mi trovo costretto a condividere le parole di quella signora. Tuttavia ci tengo a fare una precisazione: non uccide la marijuana in sé (lo dicono medici e scienziati, non io), uccide tutto quello che le sta dietro:  uccide la mafia che ne gestisce il traffico, uccide chi aggiunge tutti quegli additivi chimici lesivi e la immette in un mercato senza controlli.

Ciò che più mi rattrista è che mi rendo conto che quello che hai appena letto non è un pensiero innovativo, ma qualcosa che ci sentiamo ripetere da anni. L’Italia però resta ancora attaccata a questa guerra illogica, illiberale e squallidamente ambigua, che, con la presunzione di tenere le persone -perché non solo i ragazzi fanno uso di sostanze stupefacenti- lontane dalla droga non fanno altro che nuocere alla salute di migliaia di uomini e donne che, alla fine, se vogliono trovarla, la trovano. Perché la pura, e amara, verità, a cui molti non vogliono credere, e che a molti conviene ignorare, è che così altro non si fa che favorire la criminalità organizzata.

La legalizzazione della marijuana porterebbe ad un uso controllato e consapevole, gli Stati che hanno legalizzato hanno in fatti visto una netta diminuzione dei consumatori, oltre che avuto svariati benefici economici.

Ritornando alla questione di prima, mi preme sottolineare che, ai sensi dell’articolo 32 della Nostra Costituzione, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività[…]”. Ma mi chiedo: dove sta la tutela nei confronti di chi usa sostanze stupefacenti? Mi si potrebbe dire, superficialmente, che la droga è illegale e non se ne dovrebbe fare uso, ma questa non è una forma di protezione perché, vi svelo un segreto che potrebbe sconvolgere qualcuno, la droga esiste. Già. La droga esiste, e come avete avuto modo di vedere, circola tranquillamente. Dovete fare i conti con questa terribile e sconvolgente realtà.

Ora, so che viviamo in Italia: dove chi scrive le leggi che regolamentano le pene per l’utilizzo di stupefacenti, alla domanda “pesa di più un grammo di erba o uno di fumo”, risponde orgogliosamente di non essere un tossicologo. So che la richiesta che sto per fare è estremamente monotona e non ha nulla di nuovo. So che non sarà questa lettera a portare a compimento decenni di battaglie. Però, adesso che l’erba è addirittura diventata “killer”, per cortesia, possiamo parlare sul serio di legalizzazione? Il nocciolo della questione, in realtà, è la salute di chi consuma marijuana.

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Gianluca
Gianluca
17 Maggio 2020 13:19

Sarebbe davvero un ora.
Un colpo di grazia alle narcomafie.
E le forze dell’ordine smetterebbero di perseguitare i cittadini per un po’ d’erba.

Elena Valentini
Elena Valentini
18 Maggio 2020 13:59
Reply to  Gianluca

Si ma voi radical aschisch volete fumare tranquilli ma allora devono esser legalizzare tutte le droghe