MESSINA. Dopo la Città metropolitana di Messina e il comune di Messina, anche l’orchestra del teatro Vittorio Emanuele di Messina abbandona Taormina Arte (o viceversa, la fondazione dice addio all’orchestra): nella prossima stagione al Teatro Antico di Taormina, in cartellone a suonare le musiche degli spettacoli ci saranno l’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo e l’Orchestra del Bellini di Catania (città che non fanno parte della fondazione TaoArte), ma non quella del Vittorio.

Il problema è che non si capisce esattamente di chi sia la responsabilità del mortificante accaduto, con uno scambio di accuse dirette e indirette di chi ha un ruolo nella faccenda. Un indizio bello grosso lo ha dato il pianista e compositore Giovanni Renzo, in un post su Facebook. “Nel 2015, quando ero direttore artistico del teatro Vittorio Emanuele di Messina, l’orchestra del nostro teatro fu presente a Taormina in quattro produzioni: un maggio a Gershwin con Stefano Di Battista e la direzione di Cettina Donato, “Vinodentro” con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, la Pastorale di Beethoven con regia e coreografie di Micha Von Hoecke e direzione di Marco Alibrando, e in coproduzione di Cavalleria Rusticana”, ricorda l’ex direttore artistico. Che il “veleno” lo riserva per la coda. “Avrebbe potuto esserci anche la nostra accanto a loro, ma non è così. Una delle tante conseguenze di una scellerata gestione delle cultura nella nostra città“, puntando il dito, senza nominarla direttamente, verso l’amministrazione di Cateno De Luca.

A rincarare la dose, sempre su Facebook, sempre senza nominarla, ma sempre con evidenti riferimenti all’attuale amministrazione, il soprintendente del Vittorio Emanuele Gianfranco Scoglio: “Mentre si fanno sterili polemiche sul Teatro di Messina per l’impossibile stabilizzazione degli orchestrali, non si ragiona sulla straordinaria possibilità di entrare nella Fondazione Taoarte – spiega l’ex assessore della giunta guidata da Giuseppe Buzzanca – “Un unico Ente con a disposizione due gioielli quali il Teatro Greco ed il Vittorio Emanuele che potrebbe finalmente avere una straordinaria orchestra sol che si desse alla Fondazione e non ai privati la concessione del Teatro Greco. Chissà arriverà anche il tempo in cui in città si comincerà a parlare di progetti realizzabili“, chiude in maniera nemmeno tanto velatamente polemica.

Non sono palesi, ma i riferimenti di Renzo e Scoglio sono evidentemente diretti alla pervicace decisione dell’amministrazione De Luca di uscire da Taormina Arte, ignorando la volontà del consiglio comunale (che sulla materia ha titolarità) di restare, suggellata dalla bocciatura della delibera di fuoriuscita. Malgrado questo, il comune di Messina non ha mai risposto alle due sollecitazioni da parte del commissario della fondazione Taormina Arte Bernardo Campo (sollecitazioni che il consiglio comunale ha ricevuto tardivamente o non ha mai ricevuto in via ufficiale), nè ha adempiuto agli obblighi previsti dallo statuto: tanto che Campo ha comunicato l’avvio delle procedure per far uscire il comune di Messina dalla compagine fondativa (mentre la Città metropolitana è in pratica già fuori).

A puntare il dito contro Gianfranco Scoglio e la governance del teatro, e difendere Cateno De Luca e la scelta dell’amministrazione (nonostante la volontà del consiglio comunale) è Clara Crocè, segretaria del sindacato Siad-Cisal, che invece getta la responsabilità sui vertici del teatro Vittorio Emanuele. Se per la sindacalista “L’estromissione del Teatro Vittorio Emanuele II di Messina e della sua orchestra dal programma degli spettacoli del Teatro Antico di Taorminaè inaccettabile“, i responsabili vanno ricercati in Scoglio, nel presidente Orazio Miloroe nel consiglio d’amministrazione (due membri del quale,Nino PrincipatoeGiuseppe Ministeri, sono stati nominati proprio da De Luca), dei quali Clara Crocè chiede le dimissioni. E sulla fuoriuscita di Messina da Taormina Arte voluta dall’amministrazione? Collegare questa esclusione alla vicenda Taoarte è strumentale e fa perdere di vista il vero nocciolo della questione”, spiega piuttosto evasiva.

Chi invece non ha dubbisulle responsabilità della giunta di De Luca èAlessandro Russo, consigliere comunale del Pd. “Mentre De Luca ci ha fatto uscire da Taormina Arte (cosa che è tutta da vedere, ancora), il Teatro Greco di Taormina riparte alla grande con la sua stagione estiva di concerti, musica e spettacoli. Sapete quali orchestre lavoreranno nel bellissimo teatro? Orchestra del “Bellini” di Catania e Orchestra del “Massimo” di Palermo.
La nostra orchestra, del “Vittorio Emanuele” è tagliata fuori… Servono commenti? No. Messina per la cultura deve investire in panini e sosizza, pipi russi e sagre paesane. Per non parlare di concerti di grandi cantanti: cancellati anche quelli. Uscire da Taormina Arte per entrare nel nulla cosmico dei panini con la sosizza è il marchio delle politiche “culturali” di questa Giunta. Dannosi e senza faccia di vergogna”, chiude, tranciante.

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