MESSINA. “Abbiamo appena chiamato il 118, abbiamo cinque emergenze, ma il 118 non può intervenire per cinque emergenze. Siamo stanchi, sfiniti e continuamente sottoposti al pericolo, abbiamo dato di tutto e di più, con cuore e con amore, ma non abbiamo più i mezzi e le competenze per affrontare questa situazione: abbiamo pazienti che ci stanno morendo davanti agli occhi”. È il grido d’aiuto accorato che i nove che prestano servizio presso la casa di riposo “Come d’Incanto” lanciano alle autorità: la squadra, e gli anziani ospiti della struttura, sono chiusi nel palazzo di via I settembre da cinque giorni.

“Non abbiamo più dispositivi di protezione individuale, ma affrontiamo i problemi e diamo aiuto, accudendo i nostri ospiti”, spiegano nel video. Molti di essi sono risultati positivi al test che rivela il contagio da coronavirus.

Secondo quanto riferiscono, i pazienti risultati positivi vengono trasportati a due alla volta dall’unico mezzo attrezzato per l’emergenza, che però dopo ogni viaggio va sanificato da cima a fondo.

A molti dei pazienti non è stato ancora somministrato il tampone. I dipendenti (e ovviamente anche gli anziani) sono chiusi nella struttura da cinque giorni: in tutto, nella casa di riposo ci sono dieci dipendenti e una cinquantina di ospiti (venti circa sono stati trasportati in ospedale).

“L’unica situazione è di trasferire tutti i positivi nei luoghi adatti, ed i negativi, sperando che ce ne siano ancora, in quarantena, e quindi sanificare lo stabile”, concludono, chiedendo aiuto alle autorità.

“Tutto è iniziato intorno al 16 marzo, – riferisce il figlio di una delle anziane signore ospiti – quando qualcuno è stato male. I tamponi sono stati eseguiti il 19 marzo, ma solo su 23 degenti. I risultati ufficiali sono arrivati solo ieri, 23 marzo, anche se prima ci sono stati anticipati in maniera informale. Sebbene ci sia stato comunicato solo il numero dei positivi e non i nominativi. Prima sono stati ospedalizzati due ospiti, poi altri otto. Noi abbiamo appreso tutto dalla tv – prosegue – dobbiamo ringraziare la direttrice e il personale per la disponibilità. Il medico e l’infermiere sono in quarantena, e se ci sono problemi dovrebbe intervenire il 118. Fra oggi e domani, forse, saranno somministrati i tamponi agli ospiti rimanenti”.

“Non vedo mia madre da prima dell’entrata in vigore del decreto, ed è una misura che condivido. Chiedo però che sia fatto entrare nella struttura qualcuno che possa fornire le competenze mediche ed infermieristiche. Bisogna innanzitutto separare i pazienti positivi da quelli negativi, se ce ne sono”, conclude.

La prima vittima messinese positiva al Coronavirus, una signora di 97 anni deceduta al Policlinico, era una delle degenti della Casa di risposo.

 

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