MESSINA. “Distinta e distante da logiche che non mi appartengono”, dichiara Donatella Sindoni al microfono, durante la seduta di consiglio comunale di oggi, a margine della votazione dei due nuovi vicepresidenti, subito prima di abbandonare l’aula. E il suo gruppo, Grande Sud.

Il colpo di scena, che non arriva inatteso (se ne parlava da tutta la mattina) è servito alla fine della giornata, qualche attimo prima che l’aula chiudesse i lavori per l’inevitabile caduta del numero legale. Cosa ha motivato la consigliera?

“Il clima di ostilità che registro da parte dell’aula e di alcuni gruppi parlamentari (Felice per Messina, Progressisti Democratici e Grande sud stesso, praticamente tutta l’are che fa capo a Francantonio Genovese)”, ha spiegato la consigliera, probabilmente fomentata dal fatto che la sua candidatura alla vicepresidenza del consiglio di ieri non ha avuto seguito oggi ed è stata accolta abbastanza freddamente.

Donatella Sindoni, poi,è stata “pietra dello scandalo” durante la seduta di ieri: la sua posizione in seno al consiglio comunale è “traballante” a causa della sentenza del Tribunale (e del parere della regione) che l’ha giudicata ineleggibile e quindi decaduta. Contro questa sentenza, Donatella Sindoni ha proposto appello, che sospende gli effetti della sentenza stessa. Secondo alcuni, però, non sarebbe così. Sull’argomento, una ventina di giorni fa era stata proposta una delibera sulla sua decadenza, che Nino Interdonato, il proponente, ha successivamente ritirato. Ieri, in aula, quella stessa delibera era stata richiamata a gran voce. Dagli stessi che l’avevano affossata.

DOnatella Sindoni quindi passa al gruppo misto. E in Grande sud resta solo Benedetto Vaccarino. E’ il secondo passaggio della consigliera nel “refugium peccatorum” del gruppo misto: c’era già transitata nell’interregno tra l’uscita dal Pd e l’ingresso in Grande sud.

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