di Micaela Camaroto

Dopo aver pubblicato qualche mese fa cinque libri di cinque autori messinesi, da tenere in considerazione, oggi replichiamo con altri cinque.

Tutta quella brava gente

«Tutta quella brava gente lungo Jubilee Street, dovrebbe mettere in pratica quel che predica» 

Guglielmo Pispisa ritorna sugli scaffali delle librerie dopo due anni dal suo “In Russia centrale in pedalò” (Modo Infoshop 2017) con il novello “Tutta quella brava gente” edito da Rizzoli. “Un giallo sfumato di noir, con qualche elemento thriller e una bizzarra vena comica” scritto a quattro mani, quelle di Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa (già membri dell’ensemble narrativo Kai Zen) e pubblicato sotto lo pseudonimo di Marco Felder. Il titolo riprende una citazione del brano “Jubilee Street” di Nick Cave, che avrebbe ispirato una parte della storia.

Tanino Barcellona è un poliziotto siciliano in servizio ormai da troppi anni a Roma, desideroso soltanto di tornare a lavorare nella sua amata isola. La situazione peggiora quando s’ inimica certi suoi superiori che, per fargliela pagare, lo trasferiscono ancora più lontano dalla famiglia: a  Bolzano, in esilio tra le montagne innevate, circondato da gente che parla tedesco.  Un caso da prima pagina è in corso: un assassino soffoca le sue vittime e non lascia traccia. Tanino è costretto ad affiancare nell’indagine Karl Rottensteiner, un veterano della Mobile che assomiglia a Serpico. Un duo esplosivo ( qui si riscontrano il gioco di coppia tra un meridionale e un settentrionale e lo stereotipo dell’uomo del sud espiantato al nord) : tanto è schietto, impulsivo coi guastafeste e galante con le donne il siciliano, quanto è laconico, indecifrabile e tormentato il collega. I poliziotti dovranno risolvere un mistero che affonda nel passato – ancora aperto – di una terra contesa, dove le guerre, i vessilli del nazionalismo e il boato del tritolo non sono mai stati dimenticati. Il libro di Pispisa e Andreetto riapre una delle pagine più controverse della storia d’Italia e racconta dal bordo di un confine gli incubi collettivi di ieri e di oggi.

 

 

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