MESSINA. Si continua a discutere sul caso “Montemare”, il neo comune che potrebbe inglobare dodici villaggi della zona nord. Dopo la presa di posizione del sindaco De Luca, deciso a presentare ricorso contro il referendum, ad intervenire sulla situazione delle ex 12° e 13° circoscrizione, e in generale sulla suddivisione territoriale della città, sono i consiglieri della 3° e della 6° municipalità Alessandro Cacciotto e Mario Biancuzzo.

Il primo, pur contrario alla “scissione”, mette sotto la lente le ragioni che hanno spinto gli abitanti a chiedere il referendum e chiede al Sindaco di attuare il decentramento ed istituire nuove municipalità, facendo dietrofront sulle circoscrizioni. «Il Sindaco De Luca – scrive – ha presentato ricorso alla Regione per “stoppare” il referendum sostenendo sostanzialmente che: la creazione di un nuovo Comune inciderebbe sulla Città Metropolitana e sul piano di riequilibrio . Troppo sterili i motivi addotti: in realtà non è possibile per il primo cittadino e per tutta la Giunta fare finta di nulla e girarsi dall’altra parte. Se c’è una parte della città che democraticamente si “ribella” vanno trovate delle soluzioni politiche; non sempre è possibile gestire la res pubblica come un freddo burocrate». Perché il referendum di Montemare? Secondo Cacciotto la risposta è da ricercare nel mancato decentramento ed il Sindaco De Luca più di tutti gli altri dovrebbe fare un deciso dietrofront. «Tutti ricordiamo – prosegue – il programma del Sindaco con in testa il taglio delle Circoscrizioni perché ritenute superflue. Ha mai pensato il Sindaco che se la zona che vuole staccarsi da Messina avesse una propria municipalità, il referendum non avrebbe senso di esistere? Ecco dunque che la risposta che mi aspetto dal Sindaco – dichiara Cacciotto – non è opporsi al referendum perché inutile e dannoso, ma offrire a migliaia di cittadini una soluzione: la creazione di vere municipalità come previsto per legge. È la stessa carta costituzionale, che contempla il principio del decentramento; decentrare significa avvicinare i servizi al cittadino».

Cacciotto dunque esprime solidarietà ai residenti del sesto quartiere ed al Comitato che si è intestato la battaglia sul referendum, schierandosi però nettamente per il no ad una possibile secessione. «Unire e non dividere è il mio motto», spiega. «La risposta del Sindaco deve dunque essere politica: De Luca attui il Decentramento e dia significato anche ad una delega assessoriale; in caso contrario, il referendum di Montemare, rischia di essere solo il primo di tanti referendum da parte di quei cittadini stanchi di essere solo “voti”, che elemosinano di vivere da cittadini e non da dimenticati. La città non è soltanto piazza Cairoli»

Più o meno sulla stessa linea anche Biancuzzo, che chiede a De Luca di chiudere la sede del IV Quartiere, “che non ha nessuna logica di esistere”, e di scorporare l’attuale VI Circoscrizione, accorpando l’ex 12 con l’ex 13 Quartiere, con sede presso la struttura comunale attualmente chiusa a Rodia.

«Nel mese di Marzo dell’anno 2004 – scrive – il giorno 11 è stata firmata, dall’allora Commissario Straordinario al Comune, la delibera n. 157 di modifica delle riduzioni delle Circoscrizioni da 14 a 6 e successivamente, anzi immediatamente, la delibera è stata ratificata dall’allora Consiglio Comunale. Le località Contemplazione, Pace, Santagata, Ganzirri, Sperone, Faro Superiore, Curcuraci, Mortelle, Timpazzi, Casa Bianca, Tono, Acqualadrone, Spartà, Massa San Giorgio, Massa San Nicola, Massa Santa Lucia, Massa San Giovanni, Castanea, Piano Torre, San Saba, Rodia, Marmora, Tarantonio, Salice, Gesso, Orto Liuzzo, Ponte Gallo, sono stati accorpati senza nessuna logica formando la VI Circoscrizione. Sono stati accorpati tre quartieri, l’11 il 12 ed il 13, con un numero di abitanti di oltre 30000 mila ed una superficie Ha 8404, sicuramente, senza un approfondito studio, danneggiando l’intero territorio dell’estrema riviera nord, conformazione diversa da un centro abitato all’altro e specie nella periferia che è veramente impossibile governare un territorio vasto come quello dell’attuale VI Quartiere. Non riesco a capire – prosegue – quale logica ha portato, nella divisione proposta dalla delibera n. 157 nel delimitare il 4 Quartiere, un fazzoletto di 760 Ha attorno al Palazzo Zanca. In questa area abbiamo un Sindaco, una Giunta e 32 consiglieri comunali e come se non bastasse una sede circoscrizionale. Di contro abbiamo il 6 Quartiere di oltre 8400 Ha (12 volte il 4). Ma non solo non esistono rapporti di omogeneità storico – culturali tra i territori accorpati. I cittadini residenti all’estrema riviera nord sono costretti a spostarsi a Ganzirri per effettuare operazioni varie. Poiché i due Quartieri, 12 e 13, esistenti a Castanea e Rodia ubicati in strutture pubbliche sono stati inspiegabilmente chiusi, nell’anno 2004, creando malumore e problemi ai residenti».

«Chiedo, inoltre – conclude – in base alla legge sulla trasparenza di avere tutta la documentazione in merito alla modifica e riduzione dei Quartieri fatta nell’anno 2004. In merito a questa riduzione, fatta senza logica e fatta per danneggiare il territorio della estrema riviera nord voglio vederci chiaro presenterò una denuncia alla locale Procura della Repubblica per accertare chi ha stabilito questi accorpamenti e se c’è stato il via libera dall’allora commissione comunale».

 

 

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