MESSINA. Una settimana di suspance, voci, indiscrezioni, poi la montagna che partorisce…una tregua. La favoleggiata conferenza congiunta tra Dino Bramanti e Cateno De Luca si risolve in un “patto per Messina” che segna un accordo di non belligeranza tra i due candidati. Che, lo hanno ribadito più volte, non hanno alcuna intenzione di ritirarsi dalla corsa.

“Fair Play, rispetto, legalità e trasparenza”, recita il patto, in cinque punti, “al fine di agevolare la diffusione dei programmi e consentire di valutarne concretezza e trasparenza. Quindi campagna elettorale rispettosa, astensioni su considerazioni di carattere professionale e personale, rispettare il patto secondo trasparenza e legalità, rispettare il contenuto dell’apporto dei due candidati, confronto costruttivo e aperto ai contributi da entrambe le parti, e rendere noti i contenuti e l’esito del patto.

Poche parole tra i due: Bramanti ci tiene di nuovo a sottolineare che “nessuno dei due sta pensando anche lontanamente di ritirarsi, nè in prima nè in seconda battuta. Come messinesi dobbiamo considerare questo momento come cruciale che deve spingerci ad una riflessione”. E De Luca conferma: “Vogliamo confermare che seppure avversari non vogliamo una campagna elettorale da nemici. Inizia un percorso diverso: siamo in competizione e continueremo ad esserlo, qui sicuramente c’è il prossimo sindaco di Messina e vogliamo evidenziare i nostri programmi”.

Per il momento a favore di telecamera, in cui De Luca consegna poi a Bramanti il suo libro (uno dei tanti) “Breve testimonianza del saccheggio della casta” e la bozza del manuale “Il manuale dell’aspirante amministratore municipale”, Bramanti ricambia con un libro sull’ospedale Piemonte. “Offriremo il meglio di noi”, spiega De Luca. Poi ci tiene a sottolineare  lo slogan della sua maglietta, “a ciascuno il proprio mestiere”: “Io ho dimostrato di saperlo fare, il sindaco, Bramanti deve ancora dimostrarlo”. “Io ho dimostrato il mio amore per la città nelle mie attività”, risponde il candidato del centrodestra.

I toni accesi dei giorni scorsi? Acqua passata, hanno minimizzato i due, mantenendo  un basso profilo e un tono istituzionale per tutta la durata della conferenza stampa. E’ sui programmi che i due non sembrano essere poi troppo in sintonia. “Nessun problema”, sottolineano, parlando ognuno pro domo sua e non mancando di concentrarsi sui punti del programma (dal tram al casinò a palazzo Zanca) sui quali sono distanti. Poi, in un’atmosfera molto ovattata e tranquilla,  la battuta che avrebbe dovuto strappare una risata alla platea, che l’ha accolta invece con sufficienza “Non facciamoci troppi complimenti, ci mancherebbe solo che ci prendessero per gay”.

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Nicola Pètrina
Nicola Pètrina
21 Aprile 2018 11:49

mizzica che battuta intelligente quella sui gay…