PALERMO. «È finita la stagione dei tecnici, con Sgarbi e Tusa. Fare un paragone non serve. Il mio è un governo politico. Alberto Samonà è la sintesi della militanza politica e dell’uomo di cultura». Dopo le feroci polemiche di questi giorni da parte di chi si è opposto alla nomina di un esponente della Lega ai vertici dell’assessorato ai Beni culturali e all’identità siciliana, il presidente della Regione Nello Musumeci è intervenuto in una diretta video postata su Facebook, difendendo la sua scelta e passando al contrattacco, prendendo di mira il Pd e i 5 Stelle.

«La Lega governa l’Italia dal 1994, non è un novità», commenta, facendo riferimento ai “luoghi comuni” sui siciliani che per decenni hanno caratterizzato la linea politica del Carroccio, “che non abbiamo mai accettato”. «Adesso è diventato un partito nazionale. Ne prendiamo atto e siamo davvero contenti», prosegue, snocciolando un po’ di numeri sul consenso ottenuto in Sicilia dal partito fondato da Umberto Bossi: il 22% alle ultime elezioni, con 181mila voti a Matteo Salvini. «Governano 13 regioni su 20, ma non c’è mai stata una protesta o una parole sopra le righe. Nel 2017 erano miei alleati: 109mila siciliani hanno votato la lista che comprendeva anche la Lega».

Poi le “frecciatine” al PD («Ma si stessero zitti»), con tanto di citazioni a Zichichi (“che non ha prodotto una delibera”) e Battiato, e al M5s (“Ma con che coraggio possono parlare contro la Lega. Per un anno hanno governato con loro. Forse stanno perdendo voti? Siamo seri, avrebbe detto Totò”).

Nel mirino del Governatore anche i tanti commenti offensivi e minacciosi ricevuti in questi giorni (“Ti auguro una morte lenta e dolorosa”): «Questa non è gente serena. È gente con problemi psichici, con problemi a casa. Capisco, molti sono disoccupati, ma non si può pensare di attaccarmi con queste frasi minacciose. Il dissenso è un altra cosa: è spiegare perché non si condivide qualcosa».

Infine, dopo un elenco delle cose fatte in questo periodo nel settore dei Beni culturali, l’ulteriore rivendicazione: «Pensate di condizionarmi? Pensate di potermi fare cambiare idea? Allora non mi conoscete». (In basso il video integrale)

Ad alimentare il malcontento dei contestatori, in questi giorni, oltre alla decisione di affidare un ruolo nevralgico per il futuro dell’Isola a un esponente di un partito a trazione “nordista”, sono stati anche i controversi post politici di Samonà (poi rimossi) e i suoi trascorsi nella massoneria.

 

 

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