de luca mascherina

 

MESSINA. Continua la guerra tra Cateno De Luca e il Governo, iniziata qualche giorno fa con il “blocco” dello Stretto da parte del sindaco di Messina, e che ha avuto un’escalation ieri, con la denuncia fattagli recapitare dal ministro degli Interni Luciana Lamorgese per vilipendio alla Repubblica e alle forze armate: alla quale De Luca ha risposto sostanzialmente dicendo di non essere intimorito e di voler andare avanti.

E stamattina l’ha fatto con un post piuttosto polemico nei confronti del governo, il quale, sostiene il sindaco, “delegittima la distribuzione gratuita delle mascherine fai da te”.

“Con una circolare redatta dal Ministero della Salute si è notificato a tutti che le mascherine in tessuto non tessuto per essere utilizzate come dispositivi di protezione devono essere provviste delle seguenti caratteristiche: corrispondere contemporaneamente alle norme UNI EN ISO 14683, UNI EN ISO 10993; essere prodotte da imprese che abbiano un Sistema di qualità. Da ieri l’Amministrazione comunale ha cominciato la distribuzione gratuità delle prime mille mascherine fai da te per la propria comunità – si conta di arrivare ad un totale di 20 mila. Poi non mi dovrei arrabbiare. Signori miei, io indosso una di queste mascherine, le quali sono state prodotte grazie alla disponibilità dell’Esercito italiano, alla Stoffa omaggiata dall’Azienda Startex tessuti di Calatabiano e grazie alla manodopera di un’azienda messinese che vuole restare anonima. Tutto questo gratuitamente. Perché? Semplice, in giro non si trovano le mascherine con le certificazioni citate nella circolare. La vogliamo finire di provocare e dire che queste cose io non le posso fare? Cosa dovrei dare alla povera gente che cerca le mascherine e non le trova oppure non può sobbarcarsi il costo dello sciacallaggio a cui assistiamo circa tale dispositivo di sicurezza? Che cosa dobbiamo usare se non possiamo usare le mascherine fai da te? Perché piuttosto non le fornite voi alla popolazione, piuttosto che limitarvi a inviare provocazioni?”, scrive il sindaco.

Un post, poi rilanciato dall’ufficio stampa del comune di Messina, che contiene una serie di gravi inesattezze. Intanto la circolare parla del divieto di usare ogni mascherina, oltre a quelle citate, come “dispositivo sanitario”, e non come dispositivo di protezione individuale, come dice De Luca. Distinzione di non poco conto. Anzi. Il divieto giunge dal Comitato Tecnico Scientifico, e significa che i medici, gli infermieri e chiunque lavori a contatto con pazienti è obbligato a usare le mascherine certificate, perché sono quelle che è dimostrato servano sia per evitare il contagio, che per evitare di essere contagiati. Chi non lavora in ambito sanitario invece non ha obbligo di indossarle (non ha nemmeno obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale, come De Luca ha infatti evitato di fare fino a due giorni fa), per il semplice motivo che le mascherine non specifiche non difendono dal contagio, ma evitano solo che la saliva sia nebulizzata nell’ambiente (e quindi non sono utili a chi le indossa, ma a chi gli sta attorno).

Per questo, la circolare non era diretta ai sindaci o agli amministratori locali, che rimangono liberi di distribuire qualsiasi tipo di dispositivo vogliano (e infatti l’assessore alla Protezione civile Massimiliano Minutoli ha correttamente informato che “Le mascherine, che sono state commissionate dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Esercito, e di cui ieri è arrivato a Messina il primo stock di mille, sono state predisposte e già distribuite in quantità di seicento alle sei Circoscrizioni tramite i loro Presidenti, che a loro volta le consegneranno alle persone immunodepresse e agli anziani che ne hanno particolare necessità”. De Luca, invece, ha affermato erroneamente che “si è notificato a tutti”: cosa non vera, perché la circolare era destinata agli assessorati alla Sanità delle regioni, Istituto Superiore di Sanità, Comando Carabinieri per la Sanità, Dipartimento della Protezione Civile, alla Assobiomedica e all’Associazione Distributori Farmaceutici. Quindi non ai sindaci, ai quali la disposizione non si applica.

La circolare, inoltre, è del 13 marzo, due settimane fa, e le mascherine sono in distribuzione sul territorio italiano da settimane, tra l’altro col contributo di aziende locali (e distribuite grazie all’Esercito), senza che nessuno abbia mai sollevato il problema. Quindi nessuno ha detto, come afferma De Luca che “lui non lo può fare”.

Non solo. Una successiva circolare, del 19 marzo, spiega invece che proprio quello che De Luca sostiene gli sia stato vietato è invece permesso e incoraggiato, e infatti si chiama “Disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale”, e recita testualmente che “L’art. 15, del D.L. 18/2020, dopo aver stabilito al comma 1che “Fermo quanto previsto dall’articolo 34 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, per la gestione dell’emergenza COVID-19, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, è consentito produrre, importare e immettere in commercio mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale in deroga alle vigenti disposizioni”, ai commi 2 e 3 prevede che i produttori e gli importatori delle mascherine chirurgiche o di DPI di cui al comma 1, e coloro che li immettono in commercio i quali intendono avvalersi della deroga ivi prevista, inviano all’Istituto superiore di sanità (per le mascherine) o all’INAIL (per i DPI), una autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, ne attestano le caratteristiche tecniche e dichiarano che i prodotti rispettano i requisiti di sicurezza di cui alla vigente normativa. Entro e non oltre 3 giorni dalla citata autocertificazione, le aziende produttrici e gli importatori devono altresì trasmettere all’Istituto competente ogni elemento utile alla validazione. L’ISS e l’INAIL, nel termine di 3 giorni dalla ricezione di quanto indicato, si pronunciano circa la rispondenza dei prodotti alla normativa vigente. Si tratta di una norma che, in ragione dell’attuale stato di emergenza, mira a consentire il celere avvio di produzioni e di importazioni di mascherine chirurgiche e DPI rispetto ai quali il produttore autocertifica la sussistenza dei requisiti di sicurezza, con successiva verifica dell’ISS e dell’INAIL a seconda dei casi”.

L’esatto contrario di quello che scrive il sindaco di Messina nel suo post.

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messy
messy
27 Marzo 2020 17:03

cos ‘e pazz..ma dopo tutte le fake news che compulsivamente parte del popolo di fb ha postato in questi giorni, mi stupisco poco. D’altronde però si ottiene consapevolezza del pensiero dei tuoi amici virtuali. Capisco sia difficile per via dello scarso tempo tenersi informati, ma giustu giustu ora, in quarantena, voler restare disinformati è una scelta e in alcuni casi l’unica.

emmeaics
emmeaics
27 Marzo 2020 20:30

ma perché parla!
ma basta, De Luca la smetta di fare propaganda senza nemmeno sapere di cosa parla, ha già fatto ridere abbastanza il mondo e non solo l’Italia!

Felice
Felice
27 Marzo 2020 21:10

Grazie letteraemme.
Meno male che letteraemme c’è

Giancarlo
Giancarlo
28 Marzo 2020 11:41

Da medico messinese, chiedo scusa in ginocchio a tutta Italia per il comportamento del mio sindaco. Conscio che, per fortuna, non tutti i miei concittadini sono così.

Ghfhb
Ghfhb
28 Marzo 2020 13:49

Grazie!
…meno male che qualcuno fa ancora informazione in questa città!