Che anno è? Che giorno è? Non serve chiedere il mese: starete probabilmente cantando, nella vostra mente, I giardini di marzo di Lucio Battisti. Volevamo iniziare così, perché all’interno della playlist cerchiamo sempre di approfondire qualcosa di meno conosciuto e risultare poco scontati nelle scelte, però devo confessarvi una cosa: ieri stavo andando allo stadio e percorrevo la litoranea con questa canzone in riproduzione su Spotify. Pace, Contemplazione, Paradiso, mentre Battisti parlava di cieli immensi e immenso amore. Ho provato una sensazione difficile da spiegare, in una giornata cominciata certo non benissimo; proprio per questo ho voluto darle l’apertura, sperando che possa aiutarci, tutti, a decodificare questo periodo, capendo che in fondo tante risposte le abbiamo dentro, basta solo cercarle.

Sick Tamburo – La fine della chemio

Esiste anche la versione +10, con Jovanotti, Lo Stato Sociale, Elisa e tanti altri. Però ieri la giornata è cominciata male perché poco dopo mezzogiorno è stato comunicato che Elisabetta dei Sick Tamburo non ce l’ha fatta, e per omaggiarla vi propongo la versione originale che Gian Maria Accusani, l’altra metà del gruppo, ha scritto proprio per l’amica. Finché il sole si alza non si muore. Per chi c’era, per chi c’è, per chi ancora lotta, per chi a tratti vorrebbe mollare e per chi resta. La dedichiamo a loro, con tutta la forza che abbiamo.

Baustelle – Piangi Roma

Perché quando l’umore è plumbeo e un po’ fatalista tornano in mente loro, prepotenti. E Piangi Roma è un brano assolutamente adeguato per fermarci un attimo, fare il punto. “Mi manchi tu, la libertà, tanti LP, Battisti e Mina”, versi che, per carità, non sono poesia in senso stretto ma che racchiudono in poche parole un senso di melanconia profonda, un distacco dal reale quasi imposto da uno status quo difficile da sopportare. “La malattia che spazza via la razza umana” è fraintendibile in questi giorni di follia collettiva, ma Bianconi (con la partecipazione speciale di Valeria Golino, attrice protagonista di Giulia non esce la sera, film di cui Piangi Roma è parte della colonna sonora) incide con parole forti un senso di smarrimento, di tristezza, un alone di nostalgia che difficilmente si può spiegare con il solo linguaggio verbale.

Frollein Smilla – Burning sun

Proviamo a scrollarci di dosso questo malessere esistenziale, e lo facciamo con una band atipica: sette elementi, tutti di origine germanica, per la precisione a Berlino. I Frollein Smilla su disco suonano bene, ma è dal vivo che ti sorprendono: alternano euforia e toni più cupi con classe e maestria, non facendo mai pesare allo spettatore il passaggio da una stagione all’altra, creando anzi un microclima ideale per non sentirsi sperduti. Piccola nota a margine: Desna, una delle due cantanti, ha un miliardo di tatuaggi tra cui spicca una blatta sul collo—ok, è orrenda, ma immaginate che, nonostante questo, l’unico aggettivo per descrivere la sua performance di sabato sera al Retronouveau è “incantevole”. Giusto per darvi la misura esatta delle cose.

Celeste – Stop This Flame

Ogni tanto mi arrivano messaggi in cui mi si chiede di stare un po’ più “sul pezzo“. Nonostante gran parte dei brani proposti in queste settimane siano comunque recenti (la gran parte sono usciti nel periodo 2018-2020), accolgo con piacere perché in questi giorni mi è capitata più di una volta in radio Celeste, che in tutta sincerità non conoscevo prima di incrociare Stop this flame. Vincitrice del 2020 BRITs Rising Star award e del BBC Sound of 2020, Celeste è inglese con origini giamaicane e pare proprio destinata a una bella carriera: ottime qualità canore e buonissima scelta di suoni, perché Stop this flame non rappresenta nulla di strettamente nuovo, ma è proposta in una veste da instant classic o giù di lì. Pertanto brava lei, bravo il suo staff e bravi noi che stiamo sempre sul pezzo.

The Weeknd – Blinding Lights

Dato che siamo in tema di freschezza, dato che qualche giorno fa ho casualmente incrociato The Weeknd anche in Uncut gems (gran bel film, ma non guardatelo se avete mal di testa) chiudiamo così la playlist odierna. Abbiamo bisogno di luce, luce che rischia di accecarci ma che non ci lasci soli, al buio di una vita piena di troppi dubbi e imprevisti, imprevisti che non dipendono per definizione da noi. Abbiamo bisogno di luce per sopravvivere, perché la musica ci aiuta ma dobbiamo essere noi a impegnarci ogni giorno, deve essere la nostra ferrea forza di volontà a tenerci ancorati ai nostri sogni, ai nostri desideri, alla nostra fame. Perché siamo di passaggio e lo sappiamo dal momento in cui nasciamo, è necessario però sfruttare al meglio tutto questo. Chiudiamo con Blinding lights, con la speranza che il nostro sentiero, quello singolo e quello comune, sia luminoso e pieno di speranza, perché per ora ne abbiamo davvero bisogno.

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