MESSINA. Sono beni per oltre un milione di euro quelli sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Messina, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Patti, per frodi a danno del bilancio dell’Unione Europea negli ultimi mesi. Con quattordici soggetti denunciati

L’intensa attività è stata svolta dalle Fiamme Gialle dei reparti della zona tirrenica della provincia di Messina, sotto la direzione del Gruppo di Milazzo, ed è stata eseguita attraverso la valorizzazione delle specifiche competenze di polizia economico-finanziaria a tutela del bilancio nazionale e comunitario.

Oltre la truffa ai danni dello Stato, sono molteplici i reati scoperti dalle Fiamme Gialle: si va dalle fattispecie di falso alle malversazioni, senza escludere le sovra-fatturazioni, tutti funzionali all’indebita percezione di finanziamenti pubblici.

Inoltre, nella quasi totalità dei procedimenti è stata ottenuta, in via cautelare, l’interdizione da ogni forma di esercizio di attività economiche, sia in forma individuale che societaria, per tutti i soggetti coinvolti nei meccanismi truffaldini. Anche sul piano amministrativo sono state avviate ulteriori iniziative per il recupero delle indebite percezioni pregresse. L’A.G.E.A., in qualità di Ente pagatore, ha bloccato anche le altre domande, eventualmente già presentate dagli indagati, per l’accesso ad ulteriori fondi pubblici.

Tra i controlli eseguiti dai Finanzieri, particolare rilevanza assume quello svolto dalla tenenza di Sant’Agata di Militello, coordinato dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Patti, Giorgia Orlando, che hanno portato a due importanti sequestri per un valore di oltre 340 mila euro, operati nei confronti di altrettanti imprenditori caronesi, C.E. e I.F., attivi nel settore agrituristico, che avevano beneficiato di finanziamenti comunitari per la realizzazione di impianti fotovoltaici presso le loro strutture.

I due imprenditori, al fine di percepire un contributo superiore a quello spettante, grazie alla complicità della medesima ditta appaltatrice dei lavori, hanno rendicontato all’Ente pagatore il sostenimento di costi ampiamente superiori rispetto a quelli effettivi. Non solo: dopo mirati accertamenti, le Fiamme Gialle sant’agatesi hanno scoperto che uno degli indagati ha sfruttato della documentazione bancaria falsificata per attestare l’esecuzione dei pagamenti entro i termini temporali previsti dal bando.

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