MESSINA. Truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana. Queste le contestazioni mosse dal procuratore Maurizio De Lucia e dai sostituti Antonio Carchietti e Roberto Conte contro la “Caronte & tourist isole minori spa”, che hanno portato al sequestro di tre traghetti che eseguivano la tratta Trapani – Isole Egadi dopo che le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, coordinate dalla procura di Messina, hanno messo in risalto “gravi carenze tecniche e strutturali in ragione delle quali non è assolutamente possibile trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta”, si legge sul comunicato della Guardia di finanza.

Rampe di accesso, bagni e porte non sarebbero a norma e, pertanto, stamattina i finanzieri di Palermo e Messina hanno notificato il provvedimento del gip, disposto anche nei confronti di Sergio La Cava, 56 anni, amministratore della “Navigazione generale italiana spa” incorporata nel 2017 dalla Caronte. Nell’ambito della stessa inchiesta, inoltre, risultano indagati anche Luigi Genghi, 55 anni, consigliere e amministratore della “Navigazione generale italiana spa” spa, Edoardo Bonanno, 47 anni, ad di “Caronte & Tourist Isole Minori spa”, e il noto imprenditore messinese 55enne Vincenzo Franza, nella qualità di presidente della “Caronte & Tourist Isole Minori spa”.

Ad essere sequestrati, oltre che le tre navi che si sono alternate nella tratta (“Pace”, “Caronte” e “Ulisse”), anche somme di denaro, quote societarie, beni mobili ed immobili, fino a 3,5 milioni di euro, somma che secondo l’accusa sarebbe stata percepita indebitamente per un servizio irregolare, fra il 2016 e il 2019. La “Caronte & tourist isole minori spa”, inoltre, è stata segnalata per la responsabilità amministrativa derivante dal reato ipotizzato.

La normativa nazionale vigente, infatti, in linea con quanto previsto dal diritto dell’Unione Europea in tema di aiuti di Stato, al fine di rendere economicamente conveniente l’esecuzione del fondamentale servizio di collegamento, prevede cospicui contributi a beneficio degli aggiudicatari, sulla scorta di una stima del costo di gestione della tratta, al netto dei ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio (contribuzioni, appunto, quantificate in oltre 3,5 milioni di euro).

La “Navigazione generale italiana spa” nel 2016  si era aggiudicata la tratta Trapani-Isole Egadi nell’ambito di un bando di gara indetto dall’assessorato regionale alle Infrastrutture che prevedeva un contratto di cinque anni dal valore di 15,9 milioni di euro, assegnato con un significativo ribasso a 5,3 milioni. Ma la Regione chiedeva un traghetto che consentisse a tutti i passeggeri una traversata sicura, anche in caso di mare agitato o di pericolo. Le difformità (rispetto a quanto previsto sia dalla normativa vigente che dal bando), non sono mai state sanate e, conseguentemente, non avrebbero consentito la partecipazione né, soprattutto, l’aggiudicazione della gara alla “Navigazione generale italiana spa” (ora “Caronte & tourist isole minori spa”).

Già tempo fa la Capitaneria di porto di Messina aveva rilevato le irregolarità, concedendo un termine per i lavori di sistemazione. Ma non solo non sono stati eseguiti: a Trapani sono arrivati altri due traghetti non in regola. Adesso i mezzi sequestrati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario.

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