MESSINA. Sarà contrario (o si asterrà) il gruppo consiliare del Pd in merito alla liquidazione dell’azienda speciale Atm. Perché? Non sono chiarite le posizioni dei lavoratori, non si capisce perché la costituzione della nuova Spa deve avvenire per forza l’1 gennai e perché non si sa se De Luca riuscirà a garantire il mantenimento del servizio subito dopo la liquidazione della partecipata.

Queste sono infatti le criticità espresse durante la conferenza stampa del Pd tenutasi a Palazzo Zanca per esplicitare la posizione del partito, e più specificatamente del gruppo consiliare, in merito alla delibera di liquidazione che verrà votata oggi pomeriggio in consiglio comunale, “per una questione di chiarezza nei confronti della città e dei lavoratori“, ha dichiarato il capogruppo del Pd al Consiglio comunale, Gaetano Gennaro, che ha avviato i lavori.

“Abbiamo sempre ritenuto che fosse necessario un cambio di passo del trasporto pubblico e approdare in una Spa potrebbe essere una buona soluzione. Ci sono però una serie di rilievi di merito da analizzare e tra questi ci preoccupano i tempi per cui si sta pensando di avviare questa prospettiva”, ha continuato il capogruppo.

“Il nostro gruppo è stato l’unico in Consiglio comunale ha cercato di accelerare questo processo, tramite sollecitazioni, ma ci sono questioni di chiarezza che vogliamo emergano, compresa quella posta durante il dibattito per il Salva Messina, quando abbiamo chiesto la verifica dei numeri da parte di una società terza, cosa che non è stata fatta. Inoltre l’Amministrazione ha fatto passare sette mesi per nominare un collegio dei liquidatori”.

Per garantire il servizio pubblico bisogna garantire una società che sia efficiente, e per farlo bisogna avere la garanzia del personale“, è poi intervenuto, Felice Calabrò, esponendo una delle problematiche: “Potrebbe esserci un’interruzione di pubblico servizio: non si può pensare che l’1 dicembre la nuova Spa garantisca il servizio come se nulla fosse, perché non ci sono i tempi tecnici. E’ questo il punto: noi vogliamo far ragionare l’Amministrazione per un percorso che deve essere condiviso e, soprattutto, a garanzia dei cittadini e dei lavoratori“.

Successivamente il riferimento al “balletto dei numeri” relativi ai debiti dell’Azienda: “E’ pensabile che ognuno dica numeri diversi? Dai revisori dei conti all’azienda. Sul piano di liquidazione sono presenti ancora 4 milioni di euro su cui non c’è stato alcun allineamento. Anzi – sottolinea Calabrò – vengono riportati ad un accordo da trovare. Questo non va bene: che si mettano d’accordo prima“.

“E non si pensi che dopo la costituzione di Atm in Spa si passi ad una privatizzazione: siamo per una Società per azioni pubblica e che garantisca il servizio pubblico“, ha concluso l’esponente del Pd al Consiglio comunale.

“De Luca ci ha chiesto di entrare nel merito. Bene, noi abbiamo studiato il piano e tutte le delibere, quindi lo faremo per dare delle giustificazioni valide alla nostra posizione“, ha affermato successivamente Antonella Russo, accendendo i riflettori sul clima “pessimo” che regge fra i revisori dei conti del Comune e i liquidatori dei Atm: quest’ultimi, spiega infatti la consigliera comunale, “hanno avuto il piano solo perché lo hanno richiesto”.

Inoltre, ma questa non è una novità, la Russo ha fatto un accenno anche al clima con il Consiglio comunale: “Come fa De Luca a dire che si tratta di una delibera di presa d’atto? Mi sono informata e noi possiamo modificare il piano nel caso in cui riteniamo sia più favorevole al servizio pubblico, ma modificarlo vorrebbe dire bocciarlo. Quindi, ancora una volta, il messaggio che passa è sempre lo stesso: o bere o affogare. Oppure anche: o è così o si o si passa ad una liquidazione coatta amministrativa”, ovvero ci penserà il Tribunale.

Ancora, continua Antonella Russo, “Ci sono cose che sono tempestivamente dovute, ma ci sono dei passaggi che non sono necessariamente diretti: la tempistica e il piano generale. Quest’ultimo è solo nella testa del sindaco, che vuole far morire l’azienda speciale il 31 dicembre. Ma la tempistica l’ha decisa De Luca: non è nello statuto e non è stato nemmeno concordata con il Consiglio comunale. E’ solo una strategia politica e ha fatto in modo che si faccia si faccia ‘a calci in culo’ – evidenzia la Russo – Io penso che da un punto di vista giuridico le due cose non sono collegate: non si deve fare tutto per forza entro il 31 dicembre. Adesso abbiamo 15 giorni e non sappiamo se lui avrà i modi e i tempi per mantenere il servizio pubblico”.

Servirebbero tre settimane solo per capire se il comune è responsabile dei debiti di un’azienda speciale“, conclude la consigliera comunale, sottolineando come De Luca abbia dichiarato che non importa a quanto ammontano i debiti, perché “ci sono oltre dieci anni di bilanci non approvati e quindi l’azienda va liquidata. Ma per noi, invece, è importante sapere quanti siano“.

In merito è intervenuto il consigliere Libero Gioveni, dichiarando che “Gli unici numeri sulla massa debitoria certificati sono quelli dell’Agenzia della Riscossione, che stabiliscono i debiti a 53 milioni e che con la rottamazione arriverebbero a 23 milioni. Ci sono però altre analisi che non ne garantiscono l’esattezza”.

Durante la conferenza stampa, inoltre, il consigliere Felice Calabrò ha annunciato che oggi il gruppo consiliare del Pd presenterà una delibera da far firmare a tutti i consiglieri “perché dopo la liquidazione ci dovrà essere un controllo: chi in passato ha sbagliato in Atm deve incominciare a pagare. Ci sono una serie di responsabilità che devono venire alla luce e le criticità dell’attuale Atm non devono essere le stesse della nuova Spa, altrimenti fra due anni saremo punto e a capo”.

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